Un giorno di Colletta alimentare per aiutare i poveri tutto l’anno
Dopo la pandemia i poveri in Italia sono aumentati, passando da 4,6 a 5,6 milioni. Sono le persone in regime di “povertà assoluta”, incapaci di garantire il proprio sostentamento. Se a queste aggiungiamo i quasi 9 milioni in “povertà relativa” – chi riesce a soddisfare solo uno dei due pasti della giornata – abbiamo le dimensioni di un fenomeno in continua crescita, come ci conferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare.
«I numeri stanno aumentando – dice a Tempi -. Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto 85.000 richieste di intervento in più. Il fatto è che molte di queste erano considerate “occasionali”, cioè legate a un periodo di difficoltà che si riteneva contingente, e invece ci stiamo accorgendo che anche queste richieste tendono a diventare continuative, croniche».
Solitudine e “nuovi poveri”
Bruno spiega che questi “nuovi poveri” sono spesso persone assolutamente insospettabili. Non sbandati o senza fissa dimora, «ma lavoratori, studenti, giovani con figli che non riescono a mettere insieme un pasto con una cena. E chissà quanti altri ce ne sono – sospira Bruno -, perché spesso quel che non si riesce a comprendere di questo fenomeno è che molti hanno vergogna ad ammettere di essere in difficoltà e così, finché riescono, si rifiutano di chiedere un intervento».
«Se dovessi dire qual è la caratteristica principale che accomuna i poveri direi: la solitudine. Con questo non voglio sminuire l’aspetto economico, ma preferisco sottolineare la mancanza di rapporti e di legami per spiegare cosa davvero renda difficile una “ripresa” dopo un periodo difficile». Quanto volte ci siamo illusi che bastasse un voucher o un sostegno economico per far sparire la povertà con uno schiocco di dita. «Non è così. È la mancanza di relazioni familiari e amicali il vero motivo per il quale molti non riescono più a riprendersi. Al contrario, sono testimone della rinascita di tante persone che parevano ormai irrecuperabili e che, invece, sono rifiorite all’interno di un contesto che ha saputo ascoltarle, accoglierle e valorizzarle».
La Giornata della Colletta Alimentare
È questa l’opera del Banco Alimentare che “aiuta chi aiuta”, sostenendo tante associazioni che i poveri li conoscono “a tu per tu”, hanno con loro un rapporto continuativo durante l’anno, sanno il loro nome e le loro esigenze particolari.
È per sostenere questa rete di associazioni che sabato 26 novembre si svolgerà in tutta Italia la 26esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, gesto che gli italiani hanno ormai imparato ad apprezzare. Agli ingressi di 11 mila punti vendita si troveranno 140 mila volontari con la pettorina del Banco per raccogliere tutti quei generi alimentari che poi saranno ridistribuiti alle oltre 7.600 strutture caritative che servono ogni anno più di un milione e mezzo di indigenti.
Non un fenomeno ma persone concrete
Riprendendo il messaggio di papa Francesco per la VI Giornata Mondiale dei Poveri, Bruno sottolinea che la Colletta non è una giornata che serve a sconfiggere la povertà, ma ad aiutare i poveri.
«Noi non ci occupiamo di un “fenomeno”, ma di persone concrete», conclude. «E cosa c’è di più semplice che donare un po’ del proprio tempo o un po’ della propria spesa per aiutarle? Così facendo si dà la possibilità alle 7.600 strutture caritative presenti su tutto il territorio nazionale di essere accanto a questi poveri non un solo giorno, ma tutti i giorni dell’anno».
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