La prima alternanza democratica, in Italia, deve avere avuta la sua germinazione da un sotteso richiamo di storia patria, laddove la memoria le avrebbe dato voce per farci meno subordinati all’ideologia. Chissà se le cose sono andate realmente così, certo che a guardare i fatti alla luce dei nostri giorni, stiamo ancora invischiati nella ragna-tela di coordinati attentati giudiziari contro il presidente del Consiglio, delle prove di guerriglia urbana, dell’uso delle istituzioni contro il go-verno, delle calunnie media-tiche, delle marce pacifiste e di altre forme di terrorismo “democratico”. D’altronde, avviene sempre così, che il desiderio di cambiare nasca in parte dal bisogno di dover ricostruire tutto daccapo, ricominciando dai cambiamenti reali e non puerili, e ovunque questo desiderio voglia muoversi, non meno dagli sbagli e dai limiti di ognuno, viene a galla a un tempo il marciume del potere e la psiche impaurita dell’assurdità del vivere. Quasi che l’assurdità del vivere e del dispotismo avessero un’intesa sotterranea nei meandri del potere.
Mariano De Angelis,
saggista e scrittore,
ex iscritto Pci, Qualcosa di simile, saggio (inedito)