
Ucraina, Ue: «Nuove sanzioni per la Russia. Da giugno nuovo piano per riduzione dipendenza energetica»
Il consiglio europeo ha firmato nella sua seconda sessione, quella di stamattina 21 marzo, il capitolo politico per l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Ue. Proprio nelle stesse ore il presidente russo Vladimir Putin ha promulgato l’annessione della Crimea alla Federazione russa, in base al trattato approvato ieri dalla Duma e oggi dal Senato russo: l’annessione entrerà in vigore probabilmente da domani. Ma Bruxelles ha immediatamente risposto ampliando la lista delle persone sotto sanzioni dall’Ue: «Sono stati inseriti altri 12 nomi di personalità russe supplementari: sulle 12 persone che entreranno nella lista delle sanzioni dobbiamo seguire le procedure giuridiche, e ci sarà una riunione degli ambasciatori su questo, ma vi assicuro che si tratta di 12 nomi veramente di altissimo livello» ha anticipato il presidente francese Francois Holland a margine del vertice. Il presidente della Commissione europa José Barroso ha annunciato anche che da giugno sarà varato un piano per la riduzione della dipendenza energetica in particolare dalla Russia, che metterà invece al centro dell’attenzione Ue il bacino del Mediterraneo e il corridoio Sud.
LA CONTROMOSSA DELL’UE. Così, mentre l’agenzia filogovernativa russa Interfax dà la notizia di addestramenti militari nella regione della Transinistria, Bruxelles cerca di anticipare le mosse di Mosca e di metterla in difficoltà. Come ha sottolineato il primo ministro britannico David Cameron, subito dopo la sessione mattutina del vertice, «Se le truppe russe invadessero l’Ucraina orientale, questo scatenerebbe gravi conseguenze. La Russia ha bisogno dell’Europa più di quanto l’Europa abbia bisogno della Russia. È vero che l’Europa importa il 25 per cento del proprio gas dalla Russia ma è anche vero che il 50 per cento delle entrate della Gazprom provengono dall’Europa». Cameron – che guida il paese in cui possiedono conti bancari personali la maggiorparte degli oligarchi russi filoputiniani, in gran parte legati a business nel settore energetico – ha anche bollato il referendum in Crimea come «un’ipocrisia effettuata sotto la minaccia dei kalashnikov. È una flagrante violazione del diritto internazionale ed è qualcosa che non riconosceremo». Poi ha ammonito: «Se le truppe russe entrassero nella parte Est dell’Ucraina, la Russia deve sapere che questo farebbe scattare sanzioni ad ampio raggio in campo economico e finanziario». Tra le decisioni odierne del vertice, Cameron ha spiegato che «Abbiamo deciso che i prodotti della Crimea potranno essere venduti liberamente in Ue solo se arrivano attraverso l’Ucraina, altrimenti saranno sottoposti a forti penalità». La Cancelliera tedesca Angela Merkel invece ha detto che «Continuo a pensare che l’invio di una missione dell’Osce sarebbe il segnale migliore per una de-escalation della situazione in Ucraina. Continuo ad auspicare che si riesca a far partire questa missione, altrimenti siamo pronti a dispiegare una missione Ue».
VAN ROMPUY: «SANZIONI IN VIGORE DA OGGI POMERIGGIO». Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ieri aveva già anticipato che erano state allargate le prime sanzioni a personalità russe, ma alla fine del vertice di oggi ha spiegato che il numero di soggetti coinvolti è salito a 33. Le sanzioni, ha proseguito, «entreranno in vigore oggi pomeriggio. Le sanzioni non sono l’obiettivo in sé ma mirano a una soluzione mediata nel rispetto del diritto internazionale»: nel mirino ci sono personalità della cerchia più ristretta del presidente Putin. Oggi i 28 leader dei paesi europei hanno firmato con il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk i capitoli dell’accordo di associazione che era già stato presentato all’ex presidente Viktor Yanukovich, e che questi aveva rifiutato a novembre, dando così avvio alle proteste pro-Europa a Kiev. È previsto che l’appoggio politico all’Ucraina sia accompagnato anche da aiuti economici di un miliardo di euro, come ha proposto la Commissione europea mercoledì. Si tratta di un prestito a medio termine per consentire a Kiev di risollevarsi dalla crisi. Uno dei passaggi importanti dell’incontro dei leader di oggi è proprio il capitolo energetico dell’Unione. L’Ue importa infatti il 30 per cento del suo gas dalla Russia, e di questo la maggior parte transita proprio dall’Ucraina. Oggi i premier hanno chiesto alla Commissione di varare entro giugno un nuovo piano per ridurre tale dipendenza energetica dalla russia, spostando l’asse di interesse verso i paesi del Mediterraneo e il corridoio 1 (quello dell’asse Berlino-Palermo): un’altra parte importante del piano dovrà essere dedicata alla diversificazione energetica, in modo da migliorarne l’efficenza e sviluppare fonti proprie e alternative.
MOSCA: «LE SANZIONI SONO ZERO». A replicare nell’immediato alle sanzioni annunciate ieri dal presidente Usa Obama (nessuna menzione su quelle adottate dall’Ue), è stato con un durissimo comunicato ufficiale il ministro degli Esteri russo Serghey Lavrov: «Saremo molto duri nella nostra risposta. Washington non deve farsi illusioni, l’efficacia delle sue sanzioni per gli interessi americani è pari a zero. I danni alle relazioni russo-americane a causa di iniziative così irresponsabili saranno invece inevitabili». Pochissimi minuti dopo, però il collega dell’esecutivo Anton Siluanov, ministro delle Finanze russo ha ammesso per la prima volta che le sanzioni potrebbero avere degli effetti economici sulla Russia. Il paese potrebbe scartare i piani che prevedevano di raccogliere quest’anno bond per 7 miliardi di dollari, se i prezzi di petrolio e gas rimanessero stabili.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!