E fanno otto. Oleg Kalashnikov è stato trovato morto a Kiev con ferite di arma da fuoco. Al pari di altre sette personaggi, morti da febbraio a oggi in Ucraina in condizioni misteriose, Kalashnikov era uno stretto alleato dell’ex presidente Viktor Yanukovich, deposto dalle proteste di piazza Maidan.
«OMICIDIO POLITICO». Non c’è dubbio che si tratti di omicidio politico, anche se, come negli altri sette casi, alcuni giornali ucraini parlano di suicidio. Sarebbe però l’ottavo suicidio di uomini vicini a Yanukovich in due mesi. Ieri è stato ucciso nella capitale ucraina a rivoltellate anche Oles Bouzina, famoso giornalista filorusso. «È evidente che questi due crimini sono dello stesso genere», ha ammesso il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko. «La loro natura politica è chiara. Questa provocazione porta acqua al mulino dei nostri nemici e destabilizza la situazione nel paese. Serve un’inchiesta trasparente».
SUICIDI O SUICIDATI? Ma di inchieste trasparenti ne servono diverse. Olexandre Peklouchenko, importante ex governatore e membro del Partito delle regioni di Yanukovich, si sarebbe suicidato senza motivo a metà marzo in casa sua, nel sud dell’Ucraina. Pochi giorni prima, Stanislav Melnik, ex deputato del Partito delle regioni, è stato trovato morto in casa sua vicino a Kiev. Alla fine di febbraio, Mikhaïlo Tchetchetov, parlamentare e anche lui uomo di Yanukovich, si è gettato o è stato gettato giù dal 17esimo piano di un palazzo.
FIGLIO DI YANUKOVICH. Altri tre omicidi/suicidi simili sono avvenuti, sempre a politici vicini all’ex presidente. A questi va aggiunta la tragedia che ha colpito il figlio dell’ex leader, Viktor junior, a fine marzo. Il pulmino sul quale si trovava è infatti caduto nel lago siberiano di Baikal. Dei sei passeggeri, l’unico che non è riuscito a salvarsi è il figlio di Yanukovich.
LA RISPOSTA DI PUTIN. Nell’annuale diretta sulla televisione di Stato, durata quattro ore, ieri Vladimir Putin ha risposto a 80 domande. Il presidente russo ha deciso di non alzare i torni, riporta la Stampa, e di non criticare troppo aspramente l’Ucraina per i ripetuti omicidi degli avversari politici dell’attuale presidente. Putin ha comunque fatto notare i «numerosi errori» del suo collega Poroshenko e infine ha anche difeso papa Francesco dalle invettive delle autorità turche: «Il Papa è così autorevole da poter parlare a chiunque sul pianeta».
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