L’Ucraina è in crisi economica. L’Ue la sosterrà (ma non gratis)
L’invasione della Russia non mette a rischio soltanto l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma scuote dalle fondamenta anche la sua economia. Gli analisti internazionali prevedono che il Pil ucraino crollerà quest’anno del 30-50% e che le entrate dalla raccolta delle tasse diminuiranno del 50-80%. Inoltre, la conquista della città portuale di Mariupol da parte di Mosca e il blocco dell’accesso al Mar Nero comporta l’impossibilità per Kiev di esportare i propri beni, così che l’economia nazionale ne risulti azzoppata in modo irrimediabile. Come se non bastasse, il paese di Volodymyr Zelensky sta già pensando a ricostruire gli edifici distrutti dai bombardamenti e si parla di 100 miliardi di euro di danni solo per le infrastrutture fisiche.
L’Ucraina ha bisogno di 5 miliardi al mese
Davanti a un simile disastro, l’ex ministro dell’Economia e oggi consigliere di Zelensky, Tymofiy Mylovanov, ha dichiarato che l’Ucraina ha bisogno di circa 5 miliardi di euro al mese per sopravvivere. Mercoledì la Commissione europea ha aumentato il proprio sostegno a Kiev a 9 miliardi di euro mentre il Fondo monetario internazionale è pronto a mettere sul piatto 15 miliardi fino alla fine di giugno.
L’Ue ha anche presentato la piattaforma “ReBuild Ukraine”, per mettere insieme tutti i donatori, statuali e no, e coordinare insieme al governo ucraino la ricostruzione del paese secondo linee prioritarie che verranno decise insieme.
L’Ue pretende da Kiev riforme strutturali
Per Kiev non si tratterà però di una passeggiata visto che Bruxelles, insieme agli aiuti, ha presentato al governo anche una lista di riforme che dovrà essere implementata in ambiti che riguardano la decentralizzazione, la pubblica amministrazione e la lotta alla corruzione. Inoltre, nella ricostruzione dovranno essere rispettati gli standard europei di protezione ambientale, che per l’Ucraina sono proibitivi.
I problemi non finiscono qui. Come dichiarato da Mylovanov, i fondi dell’Unione Europea saranno devoluti sotto forma di prestiti e questo rischia di far schizzare alle stelle il rapporto tra debito pubblico e Pil (attualmente al 43%). «L’Ucraina ha bisogno di concessioni a titolo gratuito, altrimenti il nostro debito in rapporto al Pil crescerà, le agenzie di rating lo giudicheranno non sostenibile e per noi attrarre investimenti privati diventerà più difficile e costoso».
I prestiti europei possono affossare l’Ucraina
Ecco perché il consigliere di Zelensky, pur lodando le iniziative europee, ha chiesto a Bruxelles un ulteriore sforzo: «Per ricostruire il paese potrebbero servirci fino a 600 miliardi di euro. I fondi Ue dovrebbero esserci versati al 70% in forma di concessioni a titolo gratuito e al 30% in forma di prestiti. Se la proporzione fosse invertita, non potremmo sostenere lo sforzo».
È molto probabile che le aspettative ucraine andranno deluse. Quando si tratta di concedere prestiti a qualunque titolo (dal Pnrr, al Mes, per non richiamare i piani di rientro studiati dalla Troika al tempo della crisi greca del 2010), l’Unione Europea diventa estremamente rigida e ogni pacchetto di aiuti si porta dietro l’inevitabile corollario dell’austerity. Se Kiev vorrà entrare nell’Ue dovrà farci l’abitudine. Guerra o non guerra, da questo punto di vista Bruxelles non guarda in faccia nessuno.
Foto Ansa
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come diceva mia Nonna : con la guerra e con la peste , chi spoglia e chi si riveste …