Turchia, il governo espropria 50 chiese, monasteri e cimiteri siro-ortodossi

Di Redazione
30 Giugno 2017
Le proprietà religiose sono passate sotto il controllo diretto dello Stato. Tra queste anche il famoso monastero Mor Gabriel, che risale al IV secolo ed «è uno dei più antichi del mondo»

turchia-mor-gabriel

Il governo turco ha espropriato almeno 50 tra chiese, monasteri e cimiteri siro-ortodossi a Mardin e dintorni, nella regione di Tur Abdin, madrepatria storica del popolo siriaco dove ancora si parla un dialetto aramaico. Le proprietà religiose sono passate sotto il controllo diretto della Diyanet, la presidenza degli Affari religiosi che dipende direttamente dal primo ministro.

L’occasione è stata la trasformazione di Mardin in comune metropolitano, che ha cambiato lo status di molti villaggi limitrofi, ora diventati a tutti gli effetti quartieri della città. Nel 2016, riporta il quotidiano turco-armeno Agos, un comitato nominato appositamente aveva fatto l’inventario di tutte le proprietà immobiliari appartenenti a istituzioni non private, tra le quali quelle religiose, trasferendole al sottosegretariato per il Tesoro, che a sua volta le ha consegnate alla Diyanet.

Spesso lo Stato turco si impadronisce di chiese e monasteri appartenenti a comunità religiose, che però per legge non possono costituirsi come personalità giuridiche e non possono quindi registrare proprietà. In questo caso, invece, nonostante quasi tutte le chiese e monasteri fossero proprietà della Fondazione del monastero Mor Gabriel (riconosciuta ufficialmente dalla legge turca), l’esproprio ha avuto luogo ugualmente.

Tra le proprietà confiscate c’è anche il famoso monastero Mor Gabriel, che risale al IV secolo ed «è uno dei più antichi monasteri del mondo, tuttora attivo, e uno dei più antichi centri religiosi dei siriaci e del mondo intero». La fondazione ne aveva ottenuta la restituzione solo nel 2013, al termine di una lunga battaglia legale. E ora se lo vede espropriare nuovamente.

Anche per questo la Fondazione, così come altre organizzazioni di cristiani siri-ortodossi come la European Syriac Union, ha fatto causa presso la corte civile di Mardin per chiedere che l’operazione del governo venga bloccata. Secondo l’agenzia Aina, «le espropriazioni fanno parte di un programma a lungo termine di Erdogan, che vuole islamizzare nuovamente il paese».

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.