Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Archivio

Tu sol – pensando – o ideal, sei vero

Una vita sempre in lotta, sempre a riaffermare il verso di quel mangiapreti di Carducci. Ecco chi era don Giussani, il nostro Dante

Luigi Amicone
03/03/2005 - 0:00
Archivio
CondividiTwittaChattaInvia
Luigi Giussani (foto Ansa)

Per i particolari ci sarà tempo. Di qui all’eternità, ce ne sarà di tempo per stupire dell’originalità del carisma di don Giussani. Ce ne sarà per vedere ingigantire la sua figura di «difensore della ragione dell’uomo», come ha proclamato di lui papa Giovanni Paolo II nella sua lettera autografa del 22 febbraio 2005. È andata proprio così. Fosse gente che passava da casa sua o in cui egli si imbatteva per strada, in tram, nelle aule e corridoi di scuole, uffici, università, in una sperduta parrocchietta d’Italia o su in cima al monte Koya dei monaci buddisti, Luigi Giussani c’era. E c’era per rendere ragione della speranza che era in lui, Gesù Cristo. Una speranza fissata in uno sguardo così penetrato di umanità e di fraternità, che Giussani è arrivato fino al punto di chiedere perdono ai fratelli ebrei per aver riconosciuto in Gesù il Messia. Tutto questo è durato almeno cinquant’anni.

Ci sarà tempo, molto tempo, anche prima di quello eterno, perché le cose dell’altro mondo che Giussani ha detto e testimoniato al popolo e perciò a ciascuna delle migliaia e migliaia di persone in cui si è imbattuto, siano compulsate, studiate e mandate a memoria come il poema dantesco. Perché è un Dante, Giussani. Non c’è dubbio. È l’Alighieri della condizione umana in rapporto al Destino. Aveva proprio ragione lui, «io vedo quello che vedete voi, ma vedo di più di quello che vedete voi». Lo capite già qui, a pagina 17, leggendolo e rileggendolo insieme all’intervista che ci concesse nel 1997. Perché la partenza di Giussani non è mai stata la religione, ma l’uomo, l’uomo intero, l’uomo come vis appetitiva, l’uomo come “capacità di Dio”. Questa passione formidabile, Giussani ce l’ha avuta scavata dentro la carne, e ne è stato portabandiera nell’epoca in cui Sartre (il povero Jean-Paul, così libero pensatore che durante un viaggio aereo si trovò a fianco il prete Giussani e per disdegno della sua tonaca chiese e ottenne di cambiare posto) aveva decretato l’inutilità di questa passione (e il mondo lo ha preso tremendamente sul serio). Incalzava Giuss, «no, non si può conoscere Cristo se non si ha passione per l’uomo». Basti pensare al movimento di persone e opere che ha suscitato nel mondo, le reazioni che ha suscitato la sua scomparsa, il popolo che era al suo funerale. Quel bambino preso per mano alle prime stelle del mattino ne ha fatta di strada sotto il cielo! Quel bambino a cui la mamma diceva «come è bello il mondo e come è grande Dio». Quell’uomo a cui la Violaine di Claudel diceva «come è grande il mondo e come siamo soli noi».

L’Annuncio a Maria, forse il suo testo preferito. Il dramma dell’amore, il dramma dell’Ideale. E «Tu sol pensando o ideal, sei vero», ripeteva spesso il Giuss, citando il verso di quel mangiapreti di Giosue Carducci. L’amore. Per Giuss erano le sentinelle medievali di Assisi e i cori dell’Armata Rossa di struggente malinconia. Ricordi, Giuss, era quella cena e ballo in quella trattoria e, ti ricordi?, «come sono belle le cose che fanno ridere e piangere insieme!». Era Leopardi che cantava il «mistero etterno dell’esser nostro». «Che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai? Ed io, che sono? Così meco ragiono». E cosa consigliavi a un prete, tu Giuss, per essere “più prete”? Di salire sugli autobus, innamorarsi di una donna, di essere uomo tra gli altri uomini.

Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome
PUBBLICITÀ

L’essere, la meraviglia dell’essere, era per Giuss questione di vita o di morte. Non nell’iperuranio di categorie filosofiche, ma nell’aut aut della ragione che «nella mendicanza al Mistero che fa tutte le cose» deve affermare il motivo per scendere giù dal letto ogni mattina. Per partire, e per ripartire (come quel missionario di cui ci raccontasti, colto da una tempesta sul Rio delle Amazzoni, rimasto aggrappato a un albero, in balia delle correnti, per giorni e notti, mezzo morto per lo spavento, che a un certo punto ti disse mentre lo “guardavi parlare”, «capisci fratello perché ho i capelli mezzi neri e mezzi bianchi?». E perché si prendono certi rischi, certi uomini? «Per portare Cristo a una minuscola tribù sperduta nel cuore dell’Amazzonia»).

«Come fanno le cose a essere?» lo hanno continuato sentir stupire negli ultimi giorni della sua vita. Poi, qualche giorno prima di addormentarsi, perché il dolore fosse più lieve «e il suo amore infinito» come dice la bella canzone di Claudio Chieffo, volle che gli si cantasse Noi non sappiamo chi era, quella che sembra uscita da un vecchio film western e che dice in maniera semplice e piana, perché anche un bambino lo capisca «ora sappiamo chi era, ora sappiamo chi fu».

Sempre in lotta, sempre ad affermare, sempre a chiedere perdono, sempre a perdonare. Ecco chi era don Luigi Giussani – come disse a conclusione di un suo intervento al Meting di Rimini – un «Vi auguro di non essere mai tranquilli!». Lui, il Giuss, il Dante del ventesimo secolo che ha ricevuto da Dio il carisma («ovvero un dono fatto a lui a vantaggio degli altri», secondo le parole del cardinale Giacomo Biffi, Avvenire, 23 febbraio, e «con la novità che portava trovava naturalmente difficoltà di collocamento dentro la Chiesa», Joseph Ratzinger, nell’omelia alle esequie in Duomo, Milano, 24 febbraio) di fare della sua vita manifestazione persuasiva e gloriosa di ciò che lo stesso Giussani diceva essere il tema dominante de L’Annuncio a Maria («il nostro movimento è nato su questo testo»). «L’amore è generatore dell’umano secondo la sua dimensione totale, vale a dire l’amore è generatore della storia della persona in quanto generazione di popolo». «Non l’amore come espressione della propria voglia; non come reattività, non come “tenerume”». «L’amore è: essere per, essere per l’Ideale, essere per il disegno totale, dove la bellezza e la giustizia sono salve».

Tags: Comunione e LiberazioneLuigi Giussani
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Un momento del voto per le elezioni amministrative nel seggio in Piazza del Collegio Romano, Roma, 05 giugno 2016.

Non è il “vento della destra”, è il vento della realtà

6 Giugno 2023
Camillo Langone (Ansa)

Bisognerebbe tutti aver vissuto un po’ come Camillo Langone

5 Giugno 2023
Il presidente della Cecoslovacchia Vaclav Havel con Giovanni Paolo II (Ansa)

Quando i ciellini andavano nell’Est comunista

4 Giugno 2023
Foto di Pedro Miguel Aires per Unsplash

La verità può essere divisiva, eppure resta la cosa di cui abbiamo più bisogno

15 Maggio 2023
Giovanni Testori al lavoro nella sede degli Incamminati alla fine degli anni Ottanta

Apocalittico Testori

12 Maggio 2023
Foto di Rob Curran per Unsplash

«Si tratta di concepire la Chiesa realmente come popolo»

12 Maggio 2023

Video

Eugenia Roccella
Video

“Una famiglia radicale”. Eugenia Roccella si racconta

Redazione
15 Maggio 2023

Altri video

Lettere al direttore

L'Ucraina attacca le postazioni russe
News

La controffensiva ucraina si infrange contro le difese russe

Leone Grotti
10 Giugno 2023

Read more

Scrivi a Tempi

Foto

Una casa semi-sommersa dall’acqua in seguito all’alluvione in Emilia-Romagna
Foto

La notte che ha incominciato a piovere

10 Giugno 2023
Foto

Manovriamo tra due bande di curati

9 Giugno 2023
Foto

A cosa serve la scuola?

25 Maggio 2023
Foto

Il sistema dei media nel pensiero di Antonio Pilati

25 Maggio 2023
Un missile russo colpisce una casa a Odessa
Foto

L’impegno per un cessate il fuoco immediato

25 Maggio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist