
Tracce di politica nel pensiero di Luigi Giussani

Andrea Gianni è autore di un libro pubblicato da Cantagalli e Eupress FTL in uscita in questi giorni, nel quale si affrontare la questione, spesso dibattuta in modo incandescente, espressa nel titolo dell’opera: Passione per l’umano, passione per la libertà. Tracce di politica nel pensiero di Luigi Giussani.
La percezione, avvertita fin nelle prime pagine, è una sorta di sorpresa: la politica, così come viene riconosciuta e considerata dal sacerdote che suscitò il movimento di Comunione e Liberazione, non è un sovrappiù, un’opzione conseguente a un interesse particolare che trascina su un terreno che solo alcuni giungono a calcare con i propri piedi, ma è dimensione intrinseca dell’essere umano che prende coscienza di se stesso e delle proprie esigenze originali.
Cosa è il potere
«La prima traccia di politica nel pensiero di Luigi Giussani – avverte l’autore – si trova nel quadro dell’espressione che lo ha reso noto, il suo “biglietto da visita”: senso religioso». «Il senso religioso – afferma Giussani – definisce la natura stessa della ragione umana nella sua espressione compiuta e ultima, che è esigenza di un significato totale» ed esprime così un’istanza profonda e radicata nell’essere umano a prescindere dal fatto che si professi credente o ateo. Non c’è agire umano che non promani dalla scintilla di un desiderio, di un’adesione al reale carica di attesa e di domanda rispetto a tutti i bisogni emergenti, indicatori e frammenti di un desiderio infinito e totale di realizzazione.
In quest’ottica il “potere”, tendenzialmente raffigurato come incline alla sopraffazione dell’uomo sull’uomo in una prospettiva di dominio sulla società, per Giussani assume invece una valenza positiva proprio in quanto animato dal desiderio che abita il cuore umano, emblema di libertà e possibilità di agire per il bene comune.
Un nuovo accento
Si apre così, in questa concezione forgiata nel carisma che ha dato corpo a una “compagnia” umana organica alla Chiesa, una prospettiva decisamente in controtendenza, in profonda sintonia con il magistero sociale, e per certi versi da riscoprire in quanto spesso soverchiata da un pensiero dominante e diffuso che tende a misconoscerne la novità e la forza propulsiva.
Sono innumerevoli i risvolti irradiati da quel fulcro vitale, insito in ogni essere umano, che spinge alla ricerca di un significato totale: Gianni li mette a fuoco come esiti dello stesso dinamismo che si rivela incisivo nella vita personale e sociale. Una nuova concezione ridefinisce termini utilizzati secondo un’accezione convenzionale, spesso cristallizzata in un significato riduttivo e alienante. Scoprono un nuovo accento termini come Stato, laicità, partiti, dialogo, democrazia… Il pluralismo, per esempio, «prima di essere un dato sociologico, è un dato della stessa condizione umana perché nasce dalla libertà con cui le persone vivono quel bisogno originario di senso che è comune a tutti… quasi che il pluralismo sia l’ontologia della società».
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