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Tra metafisica, realismo magico e le grandi mitologie del Novecento

«Il Novecento ci ha messo molto a spuntare. L’Ottocento non poté finire che nel 1914. Il Novecento non comincia che un poco dopo la guerra» scrive il letterato Massimo Bontempelli nel 1926, all’interno della rivista 900 a cui diede vita. E in effetti quel ritorno all’ordine scaturito dalla crisi delle avanguardie storiche ha cominciato a farsi sentire durante gli anni della guerra, ma solo dopo la sua fine veniva fuori quella «solida geometria di oggetti, una nuova classicità di forme», come diceva Carlo Carrà, e si ritornava al racconto della figura umana, come Giorgio De Chirico affermava alla fine del suo scritto programmatico scrivendo «Pictor classicus sum».

Ed è proprio un salto indietro in quegli anni quello che ci propone la mostra Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre che, parte presso i Musei San Domenico di Forlí fino al 16 giugno 2013, si avvale della presenza dei grandi artisti che hanno aderito alle direttive del regime per ridefinire ogni aspetto della realtà e della vita, passando dal mito classico ad una mitologia contemporanea da Severini, a Casorati, a Carrà, De Chirico, Balla, Depero, Soffici, Guttuso, Martini, e tanti altri ancora.

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