MAZZE, CASCHI E PALLINE. Se ai nostri occhi continentali il calcio gaelico può sembrare un misto tra rugby e calcio, l’hurling ha invece tratti tutti unici. 15 contro 15, strane mazze in mano, una pallina che impazza da un punto all’altro del campo. E due porte in cui fare gol. Pensate sia parente dell’hockey? Vi sbagliate, perché in questo sport la palla può essere toccata anche con le mani, sollevata da terra. Vi sembra simile al britannico cricket? Non provate ad andare a dirlo a un irlandese: l’hurling è qualcosa di esclusivamente irish, qui è nato secoli fa (si dice venga addirittura dai druidi celtici), qui è cresciuto e qui si gioca, nelle vie dei quartieri come nelle scuole. Sono poche nel mondo le altre squadre di club, e solo l’isola verde può vantare una selezione nazionale. Non a caso la pallina è chiamata sliotar, parola d’origine gaelica come camán, che invece indica la mazza di frassino cui sono dotati tutti i giocatori. E poi, come nel calcio gaelico, la porta è di quel tipo che va di moda qui, nei paesi anglosassoni, a forma di H. Sotto c’è un portiere, e se lo superi prendi tre punti. Sopra invece solo 1.
MATCH SPETTACOLARI E VIOLENTI. Da qualche anno in tutte le partite della GAA è obbligatorio portare il casco: è una normativa introdotta da poco, per tutelare i giocatori dai duri contrasti che l’hurling riserva. In questo sport infatti la violenza cammina di pari passo alla spettacolarità: i tanti contatti s’associano ad azioni veloci, i ganci aggressivi tra mazze convivono con reti meravigliose e tiri chilometrici. Ma se volete capire in pieno le regole e gli schemi rassegnatevi: ci vorrebbe un soggiorno prolungato a Dublino per imparare tutto.