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Texas. Ma i medici possono «mentire» alle madri per non farle abortire?

Secondo i quotidiani italiani il senato del Texas ha approvato una norma che indurrebbe i dottori a mentire alle mamme sulle malformazioni del feto. Ma le cose stanno così?

Caterina Giojelli
24/03/2017 - 16:28
Esteri
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L’ossessione per le fake news genera fake news. Almeno stando ai titoli dei giornaloni in prima linea contro la disinformazione che si sono occupati di dare una ficcante lettura a due leggi presentate dai repubblicani e passate a larga maggioranza (21 sì contro 9 no; ora le leggi sono in discussione alla Camera) il 20 marzo scorso al Senato del Texas, la «roccaforte della destra religiosa», «dove gli anti-abortisti hanno una solida rappresentanza nell’assemblea legislativa locale», sono le frasi usate paro paro dagli articolisti, il corrispondente di Repubblica, Federico Rampini, in testa.
Ecco alcuni titoli, dunque. Repubblica: “Nuova legge in Texas: ‘Medici possono mentire a madri per evitare gli aborti’”; la Stampa: “I medici potranno mentire sui feti malati”; Il Messaggero: “Il Texas vara due leggi choc anti-aborto: «Il medico può anche mentire alla madre»”; Il Fatto quotidiano: “Texas, passano due leggi anti-aborto: ‘Medici potranno mentire alle mamme sulle malformazioni del feto’”. Ma vediamole, queste leggi.

“NASCITE INDEBITE”. Il disegno di legge chiamato Bill 25, presentato dai giornali italiani come un provvedimento che «garantisce ai medici un’ampia discrezionalità nel nascondere a una donna incinta che il feto ha gravi malformazioni o malattie genetiche, qualora gli stessi medici sospettino che la donna possa optare per un aborto» (Repubblica) o che «impedisce ai genitori di fare causa ai medici se questi nascondono gravi malformazioni del feto» (il Fatto), nasce per tutelare un medico dall’essere citato in giudizio da una paziente il cui figlio sia nato con un’anomalia o una disabilità per cattiva informazione durante la gravidanza. Le chiamano “nascite indebite”, i genitori asseriscono di sentirsi legalmente “feriti” perché avrebbero potuto abortire il loro bambino: ma questo (dobbiamo anche precisarlo?) non è automaticamente ascrivibile a un errore del medico, che per di più oggi in Texas, come vedremo, è sempre obbligato a dare informazioni e ricordare alle madri che c’è la possibilità di abortire un bimbo malato.

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ABORTI PER SMEMBRAMENTO. Il Bill 415, presentato come un disegno di legge che «vuole vietare l’uso di una comune procedura durante le interruzioni di gravidanza, considerata però come uno dei metodi più sicuri» (il Post), obbliga invece medici ad essere certi della morte del feto prima di rimuoverlo. E qui c’è da fare una premessa importante, ovviamente omessa da tutti. Il disegno di legge infatti vieterebbe le barbare pratiche di aborti “per smembramento” comunemente utilizzate durante il secondo trimestre di gravidanza, definizione considerata da folli antiabortisti e che sui giornali viene scientificamente identificata come metodo di “dilatazione ed evacuazione” (D&E), che prevede un “trattamento preliminare e poi un raschiamento del feto e delle sue parti”. Chiamatela come volete, nella pratica questa procedura comporta l’uso di strumenti chirurgici per afferrare e rimuovere pezzi di tessuto, mentre il bambino è ancora vivo. Il disegno si iscrive nell’orizzonte del Pre-Born Protection and Dignity Act, una legge che vieta il traffico di pezzi di bambini abortiti, commercio di cui è stata accusata a più riprese Planned Parenthood, vieta cioè la compravendita e la donazione di tessuti umani abortiti e ribadisce la condanna dell’aborto a nascita parziale. In base alla legge, infatti, solo le istituzioni autorizzate (non le cliniche abortiste) potrebbero donare tessuto fetale, e solo per le università accreditate per la ricerca.

I DOTTORI NON POSSONO MENTIRE. Quanto alla lettura dei giornali con la verità in tasca e la post verità in mano, sottolineiamo solo due cose. La prima: in nessun rigo della legge 25 è incoraggiato il medico a mentire o trattenere per sé informazioni sui pazienti in stato di gravidanza (titolare su questo si chiama processo alla coscienza). Anzi, il Bill 25 afferma afferma esplicitamente che «[la proposta] non può essere interpretata in modo da eliminare i doveri del medico o di altri operatori della sanità previsti dalle altre leggi in vigore». In altre parole, i dottori devono continuare a informare per legge i loro pazienti. La legge del Texas impone infatti ai medici di informare sulla disponibilità di test diagnostici prenatali e i risultati di questi test.
La seconda: la legge 415 ha meno appeal sui giornali, l’accusa è che impedire il metodo “dilatazione ed evacuazione” del secondo quadrimestre ricaccerebbe l’aborto entro il limite del 90 giorni (in Texas è ad oggi possibile entro la 20esima settimana). Ma, ricorda Vanity Fair, «come visto di recente con i provvedimenti del presidente Trump c’è però sempre un tribunale che potrebbe fermarle». Fatta la legge, quindi, trovato il titolo e pure il solito l’inganno.

Foto da Shutterstock

Tags: Abortoplanned parenthoodtexas
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