Tensioni e accoglienza. Reportage dalla Gagauzia
C’è una sotto storia nel conflitto ucraino che influenza non solo le dinamiche belliche ma anche il tema dell’accoglienza dei rifugiati nelle nazioni confinanti all’Ucraina ed è la questione etnica e delle minoranze. Nella parte meridionale della Moldavia, in parte confinante con l’Ucraina, è situata la regione autonoma della Gagauzia, una vera e propria enclave turco-russa all’interno dell’Europa. Dopo un lungo dominio russo dal 1812 fino alla caduta del Muro di Berlino, nel 1990 venne creata la Repubblica Gagauza fino all’accordo di autonomia territoriale con la Moldavia nel 1994. Abitata da circa 150.000 persone del popolo dei gaugazi, le lingue ufficiali sono tre: il moldavo, il turco e il russo ma la lingua più utilizzata è il russo.
In linea con Mosca
Non a caso, arrivati nel centro di Comrat, la principale città della Gagauzia, ci imbattiamo ovunque in insegne in lingua russa. Inoltre, tutti i documenti ufficiali che arrivano dal governo centrale moldavo da Chisinau, sono scritto in russo su esplicita richiesta delle autorità locali.
Qui la propaganda del Cremlino è molto forte, in Gagauzia si ricevono i canali televisivi russi e la principale televisione e radio “Gagauziya Radio Televizonu” trasmette in lingua russa. Anche durante la guerra la narrazione dei media gagauzi, nonostante ci troviamo in una nazione come la Moldavia che solo pochi giorni fa ha fatto richiesta di entrare nell’Unione europea, sono spesso in linea con Mosca.
Rissa tra gruppi ucraini e russi
Nella piazza principale di Comrat sorge una statua di Lenin mentre pochi metri più avanti si trova la basilica ortodossa. I fedeli sono di rito ortodosso russo e si rifanno al patriarca Kirill e non al patriarca della chiesa ortodossa rumena.
In questi giorni passano per Comrat migliaia di profughi ucraini e un nostro contatto locale ci racconta quanto accaduto qualche sera fa: «C’è stata una violenta rissa tra un gruppo di ucraini che ha sventolato la bandiera nazionale e alcuni cittadini di Comrat filo russi». La tensione per i flussi migratori si inizia a far sentire anche a causa delle divisioni degli anni passati tra gli ucraini e le minoranze rumene e moldave in Ucraina.
Problema etnico
Nell’Ucraina dell’Ovest vive una consistente minoranza ungherese nell’area della Transcarpazia e una numerosa minoranza rumena nella Bessarabia meridionale. È lo stesso territorio dove è presente una forte componente nazionalista Ucraina e negli anni ha generato una serie di problemi tra i vari gruppi etnici, per esempio lo studio del rumeno nelle scuole ucraine è fortemente osteggiato.
A ciò si aggiunge un problema di carattere etnico poiché, mentre gli ucraini sono di etnia slava, gli ungheresi sono magiari e i rumeni parlano una lingua neolatina. Da qui le differenze linguistiche ma anche storiche, culturali e di stile di vita.
Un soluzione pacifica
Nonostante questi pregressi sia la Moldavia sia la Romania stanno accogliendo i rifugiati ucraini ma, terminato il conflitto, è probabile chiederanno maggiori diritti per le minoranze rumene come afferma il parlamentare Claudiu Tarziu: «Non chiediamo altro che quello che offriamo anche alle minoranze etniche che vivono sul suolo rumeno: diritti linguistici, educativi e culturali di madrelingua, tutti sanciti dalla Costituzione».
Ogni differenza tra popoli è in questo momento secondaria e la priorità è cercare una soluzione pacifica al conflitto che ha ravvivato rivendicazioni e differenze solo sopite ma mai scomparse come insegna la storia della Gagauzia.
Foto Ansa
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