Televisione estiva: flop della “Versione di Banfi” e sorpresa per il format “Emozioni”

Di Carlo Candiani
20 Luglio 2011
Il palinsesto televisivo in versione estiva è, come da tradizione, noioso e ripetitivo. Retequattro e Raidue mandano in onda in prima serata rispettivamente La versione di Banfi, flop clamoroso, ed Emozioni, che ha invece registrato un ascolto record per la stagione
A poche ore dalla pubblicazione di un editoriale dell’ottimo Gigio Rancilio, capo redattore delle pagine dello spettacolo nel quotidiano “Avvenire”, in cui si lamentava che nella stagione estiva televisiva i programmi di approfondimento politico latitano e che nonostante i sommovimenti di questi ultimi tempi, sugli schermi domestici si imponga “il niente”, lo scorso giovedì Retequattro, rispondeva all’appello del quotidiano della CEI, inaugurando un nuovo talk di approfondimento: tre puntate di assaggio condotte da Alessandro Banfi, attuale condirettore dell’informazione Mediaset, in diretta sulle vicissitudini della borsa italiana e della manovra economica. Risultato: 651.000 ascoltatori, un disastro di share per una prima serata, 3,7%. Purtroppo “La Versione di Banfi”, questo il titolo del programma, nonostante una certa padronanza del mezzo dimostrata dal conduttore, figura rassicurante e bonaria, ha presentato i soliti difetti del format di approfondimento: troppi esperti (o presunti tali), in studio o collegati per l’universo mondo e una certa insistenza nell’intervistare la “gente”. Alla fine un prodotto lento e scontato che si è meritato il flop documentato dai risultati di ascolto.
 
 
 
Stessa sera, stessa ora, Raidue, un po’ a sorpresa, ha programmato “Emozioni”, uno special tra interviste e documenti televisivi d’epoca, appositamente restaurati, sulla vita e sulla carriera di Lucio Battisti. D’accordo, un argomento già proposto più volte, anche se il prodotto, firmato da Simona Ercolani, già ideatrice di “Sfide”, ha avuto il pregio di una confezione agile ed efficace nel raccontare sia l’infanzia di Lucio, sia le tappe di una carriera interrotta a 55 anni, da complicazioni mortali dovute ad una dialisi lunga e aggredita da un successivo tumore. Risultato: 1.966.0000 spettatori con il 10,6% di share. Ancora una volta “il raccontar Battisti” è stata occasione di far memoria della realtà italiana uscita dal dopoguerra con grandi speranze, accompagnata dalle “canzonette”, e dalla vicinanza fisica (Cantagiro docet) dei protagonisti della musica leggera al popolo osannante. Interessanti i capitoli trattati dal programma: il ruolo della televisione (c’era solo quella pubblica), sia per quanto riguarda gli anticonformistici programmi del giovane Renzo Arbore, luoghi di dibattito polemico tra generazioni e i cantanti, sia i grandi varietà del sabato sera, non ancora rigettati dal gotha del cantautorato; inoltre il ruolo imprescindibile delle case discografiche nell’affrontare e valorizzare il grande entusiasmo creativo dei giovani artisti.
 
 
E, per la prima volta, l’amara constatazione, attraverso la testimonianza del critico Mario Luzzato Fegiz, che quegli anni furono egemonizzati dalla cultura “di Sinistra”, che escludeva sistematicamente, buttando alle ortiche la meritocrazia, tutte le altre esperienze culturali e artistiche non “omologate”. Battisti per l’Italia, quindi, come i Beatles per l’Inghilterra: una carriera, un “filo rosso” tra musica e costume sociale. La stessa tensione narrativa che speriamo rimanga anche nella prossima puntata di “Emozioni”, che sarà dedicata a Giorgio Gaber. Insomma, la tanto vituperata tivù d’estate, anche se non ha ancora risolto i suoi problemi con l’approfondimento politico, tra repliche e mediocre intrattenimento, può offrire interessanti “format” che potranno essere sfruttati nell'”alta stagione” autunnale. Lezione urgente, specialmente per Raidue, alla ricerca di una identità che recentemente si è evidenziata nella presentazione dei palinsesti della prossima stagione.
 

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