«Tassateci!», ma non così tanto. I milionari francesi “responsabili” si rimangiano tutto

Di Leone Grotti
12 Settembre 2012
Sedici milionari francesi l'anno scorso hanno firmato un appello di responsabilità. Hollande allora ha proposto di tassare i redditi sopra il milione al 75% e loro si rimangiano tutto: «È di una stupidità dannosa».

«Taxez-nous!», tassateci. Il 25 agosto 2011 il Nouvel Observateur era uscito con questo titolo a effetto e un documento firmato da 16 grandi imprenditori milionari, i più ricchi dei ricchi della Francia, che si rendevano disponibili a farsi tassare di più per il bene dello Stato. Bene, benissimo. Un anno dopo, il neo-presidente Francois Hollande conferma che applicherà un’aliquota fiscale del 75% su tutti i redditi superiori al milione di euro. Una stangata senza precedenti, che va incontro alle richieste dei 16 «responsabili» imprenditori francesi.

«CHE PROGETTO STUPIDO». «Direi che siamo andati ben oltre le nostre aspettative» commenta un anno dopo ironico al Le Monde Stéphane Richard, direttore generale di Orange, tra i firmatari. «Il progetto è moralmente legittimo, ma economicamente e politicamente stupido» afferma un altro, che preferisce restare anonimo. Marc Simoncini, fondatore del sito di incontri Meetic, ci va giù più duro: «Al contrario dell’appello che avevo firmato, la tassa del 75% è calcolata in modo inaccettabile. Potrebbe avere effetti economici indesiderati e accelerare la fuga di talenti utili alla Francia». Effettivamente, l’appello prevedeva una tassazione eccezionale ma non del 75% e soprattutto non della durata di dieci anni, come vorrebbe invece Hollande. Così, affermano altri imprenditori che preferiscono restare anonimi, si favorirà l’evasione e la fuga dei capitali. Non a caso Bernard Arnault, la persona più ricca di Francia, ha già fatto domanda per ottenere la cittadinanza belga.

«RUBERIA CHE FAVORISCE L’EVASIONE». Ma le critiche a Hollande arrivano anche per altri motivi. Insiste Simoncini: «Durante la campagna elettorale, i ricchi sono stati stigmatizzati. Non si è fatta distinzione tra chi ha ereditato una fortuna senza fare niente e chi ha lavorato per ottenere quello che ha. Se oggi si tassano i ricchi ma non si ripensa in generale la fiscalità, sarà un errore tragico per il nostro paese». M. Richard, un altro dei firmatari, vuole rimanere fedele all’appello: «Voglio essere coerente » afferma, poi aggiunge: «Però non possiamo fermarci alle tasse per i ricchi, perché la rinascita francese non si può basare su questo. È poco credibile e moralmente ingiusto. Una cosa è appellarsi al patriottismo economico, un’altra è organizzare una ruberia che aumenta la macchina dell’evasione fiscale».

CRISI FRANCESE. Per raggiungere  l’obiettivo di abbassare il rapporto tra deficit e Pil al 3% entro il 2013, come promesso all’Europa, Hollande ha annunciato lunedì scorso una manovra da 30 miliardi di tagli. «Io non rimpiango di avere firmato quell’appello» dichiara Jean Peyrelevade, presidente della banca d’affari Leonardo&Co. «Però questa tassa è di una stupidità dannosa, perché impedisce a chi ha un certo reddito di arricchirsi. Così i giovani imprenditori se ne andranno, non perché abbiano redditi che superano il milione, ma perché sperano un giorno di averli». C’è da giurare che la prossima volta non verranno più firmati appelli “responsabili” con un presidente socialista già sulla porta dell’Eliseo.

@LeoneGrotti

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