Tasi. Perché il governo non decide a giugno senza stravolgere la fiscalità di settore?
RINVIARE LA SCADENZA A GIUGNO. «Per la Tasi – ha fatto notare il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – il Governo sta trattando solo coi Comuni e neanche con la propria maggioranza», mentre i contribuenti che «devono pagare e basta, non vengono neppure sentiti». Qualcuno, ha proseguito Sforza Fogliani, «paradossalmente, pensa addirittura ad una compensazione che preveda un ulteriore aumento della tassazione sulle case affittate. Ma chi fa proposte del genere non può che essere obnubilato dal caos nel quale si è cacciato oppure aver perso ogni contatto con la realtà». Per questo, la proposta di Confedilizia è «che la scadenza venga rinviata a giugno e che in questo frattempo si verifichino, insieme alla fiscalità del settore, i conti, avendo presenti anche le cospicue somme destinate ai Comuni di cui la legge di stabilità è costellata».
SBLOCCARE IL MERCATO DEGLI AFFITTI. Intanto, mentre il governo sta decidendo se aumentare o meno le aliquote Tasi dal 2,5 al 3,5 per mille, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e i tecnici del suo ministero e di quello dell’Economia sono al lavoro sul «decreto legge per sbloccare il mercato degli affitti». Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, nel testo ci sarebbero «incentivi ai proprietari che cedono l’alloggio in locazione con un’ulteriore riduzione della cedolare secca al 10 per cento e uno sconto sull’Imu/Tasi». Ci sarebbe, altresì, la «spinta» (tramite l’Iva al 4 per cento) alle realizzazioni di social housing, anche mediante piani di recupero di alloggi in cattive condizioni». Gli «sgravi Irpef del 40-60 per cento per chi investe nella riqualificazione di alloggi», infatti, sarebbero confermati, come anche le detrazioni Irpef per gli inquilini a basso reddito.
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