Tagliato il Servizio Zerododici. Anche a Bologna vogliono portare in piazza i passeggini

Di Redazione
11 Febbraio 2015
Il Comune non vuole dare più aiuti alle famiglie che tengono a casa i figli. Ma così, anziché risparmiare, spende 1.400 euro al mese anziché 300. L'opposizione del consigliere Castaldini

passeggini«È stato tagliato il contributo dato alle mamme per tenere a casa il proprio bambino fino ad un anno. Uno dei migliori servizi del nostro Comune, che fa risparmiare l’80 per cento alle casse comunali, che dà la possibilità a non aumentare le liste di attesa e che dà il privilegio ad una mamma di occuparsi un po’ di più del suo bimbo. Vergogna vera. E se come a Roma i #‎passeggini vuoti scendessero in piazza?» (in foto). Scrive così sulla sua pagina Facebbok Valentina Castaldini, consigliere di minoranza (Ncd) a Bologna dopo aver scoperto che il Comune guidato da Virginio Merola (Pd) ha deciso di non stanziare più il cosiddetto bonus “Servizio Zerododici”.

DI COSA SI TRATTA. Istituito ai tempi della giunta Guazzaloca, il bonus consisteva in un aiuto economico (300 euro al mese) per quelle famiglie che, pur a fronte di un Isee basso e inferiore ai 21 mila euro, avevano deciso di tenere i figli a casa. Il provvedimento aveva una sua ratio: in questo modo si evitava di ingolfare gli asili comunali. Chi usufruiva del bonus, infatti, non poteva iscrivere i figli all’asilo e poteva godere del provvedimento per i sei mesi di congedo parentale non obbligatorio. Interessate al provvedimento erano circa 200 famiglie e all’amministrazione di Bologna il tutto veniva a costare 60 mila euro al mese. Il servizio andava avanti da dieci anni ed era stato copiato da altri Comuni in Italia.

1.400 CONTRO 300. Ma ora «non ci sono più soldi» hanno detto in Comune alla consigliera Castaldini, che però fa notare che «il servizio fa risparmiare quasi l’80 per cento alle casse comunali. Ricordo infatti che un lattante al nido costa al Comune 14 mila euro all’anno ossia 1.400 euro al mese per un servizio di dieci mesi». Millequattrocento contro trecento, insomma. E inoltre, aggiunge sempre Castaldini, a Bologna quest’anno vi sono liste d’attesa di 820 bambini: «È impensabile che il Comune preferisca tagliare questo servizio. Quando arriverà la discussione del bilancio in consiglio quei soldi li troverò io, portandoli via da tante cose inutili che il Comune fa, perdendo tempo e soldi pubblici. Chi non perde tempo mai è una mamma che sceglie di accudire il proprio bambino».

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1 commento

  1. Sebastiano

    Chissà, magari al comune di bologna hanno pensato che con l’ormai prossima legalizzazione dell’utero in affitto il servizio diventerà obsoleto, al limite basterà prorogare l’affitto di qualche anno. Magari gli asili nido li faranno sparire del tutto. E anche le mamme (quelle vere). Pensa che risparmio.

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