
Tagli alle bollette e credito alle imprese. Tutte le misure del governo
È arrivato il giorno del fare. I ministri sono attualmente al lavoro per cercare di attuare alcune misure riguardanti sviluppo, infrastrutture, semplificazioni, fisco, ricerca, agenda digitale e ambiente.
Sono previsti tagli alle bollette elettriche per cittadini e imprese: verranno realizzati attraverso la riduzione di voci relative a oneri impropri e rendite. Il governo calcola che l’ammontare complessivo del risparmio potrebbe superare i 500 milioni.
Verrà raddoppiato il Fondo di garanzia per il credito alle pmi. La Cassa depositi e prestiti metterà a disposizione delle imprese 5 miliardi per investimenti a tasso agevolato; sarà anche potenziato il Fondo centrale di garanzia, in modo da poter attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi.
Il governo avrà una delega per adottare nel giro di un paio d’anni l’abrogazione di norme obsolete per alleggerire la burocrazia e velocizzare le procedure.
I ragazzi nati in Italia da genitori stranieri potranno acquisire la cittadinanza italiana al compimento dei 18 anni anche in caso di inadempimenti di natura amministrativa da parte dei genitori.
Per accelerare e rendere più efficace l’utilizzo dei fondi europei lo stato potrà sostituirsi agli enti inadempienti in caso di ritardo per i progetti cofinanziati dall’Unione europea.
Restano ancora aperte le partite Iva e Imu. Per la prima si lavora per un decreto a fine mese, con uno stop di 6 mesi ma solo per alcuni beni. Per l’Imu, bandiera e obiettivo politico del Pdl, la situazione è più delicata. Secondo il premier Enrico Letta, l’abolizione totale sulla prima casa toglierebbe le risorse necessarie alle misure sul lavoro. L’idea potrebbe essere quella di alzare l’esenzione e quindi catturare solo il 20 per cento dei proprietari, quelli che garantiscono più gettito.
E nonostante il nuovo record del debito pubblico, va segnalato un dato positivo per il paese:stanno tornando gli investitori esteri. Il flusso di capitali esteri su Bot, Btp e altri strumenti con cui l’Italia si approvvigiona sui mercati non sembra arrestarsi. Ad aprile la quota degli investitori non residenti era pari a 725,3 miliardi, con un balzo di 16 miliardi in un solo mese. In questo l’Italia sta tornando ai livelli pre crisi.
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