L'arcivescovo di Mosul Amel Nona nega a tempi.it le notizie di esplosioni e uccisioni di cristiani, che si sarebbero verificate negli ultimi giorni secondo l'agenzia Dpa e Avvenire, e al contrario afferma: «Qui ci sono segnali positivi, erano anni che non celebravamo una Pasqua così. È un bene per l'Iraq che l'America si sia ritirata».
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Intervista al superiore del monastero caldeo più importante dell'Iraq p. Waheed K. Tooma, che racconta a Tempi.it la difficile condizione dei cristiani iracheni e rivolge dure critiche agli americani: «Sono successe cose terribili, con Saddam stavamo meglio. I cristiani non venivano uccisi, le chiese non venivano bombardate. Gli americani non dovevano lasciarci così»
Intervista a Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, che racconta come la perseguitata comunità cristiana irachena vive il Natale: «Non potremo celebrare la Messa la notte del 24 dicembre, è pericoloso. Viviamo di fede, speranza e amore ma abbiamo paura. Ora gli americani se ne vanno lasciando un vuoto che il governo non è pronto ad occupare»