Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

Svezia a ferro e fuoco. Troppo facile incolpare solo l’islamofobo

Giorni di rivolte e guerriglia contro la polizia per le provocazioni di un politico antimusulmano. Abbiamo un problema, e non è la blasfemia

Pietro Piccinini
21/04/2022 - 6:25
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia
Rivolta a Malmö, Svezia
Veicoli in fiamme a Malmö, Svezia, durante le violente proteste contro Rasmus Paludan, 16 marzo 2022 (foto Ansa)

Fa impressione il bilancio dei quattro giorni di rivolte che hanno messo a ferro e fuoco diverse città della Svezia a cavallo della Pasqua, dopo che Rasmus Paludan, politico danese con cittadinanza svedese fondatore del partito islamofobo Stram Kurs (Linea dura), ha annunciato uno dei suoi “tour” elettorali con annesso rogo del Corano. Almeno 40 feriti, di cui 26 agenti di polizia, e una cinquantina di arresti tra le città di Norrköping, Linköping, Landskrona, Örebro, Malmö e Stoccolma. Inoltre, come riportano le cronache, una scuola è stata data alle fiamme e 20 veicoli sono stati vandalizzati o distrutti.

Eufemismi e omissioni

Con una guerra in corso in mezzo all’Europa, è comprensibile tuttavia che la notizia, per quanto impressionante, sia passata un po’ in secondo piano. Meno comprensibile il modo in cui è stata data. “Scontri in Svezia: l’ultradestra xenofoba manda al rogo il Corano”, ha titolato Repubblica. Stessa linea per il Corriere della Sera: “Svezia, disordini in piazza: estremista di destra Paludan vuole bruciare il Corano”. Un po’ ovunque, insomma le sommosse sono state raccontate così. Per esempio Open l’ha presentata come “la rivolta dell’estrema destra contro l’islam” e l’ha raccontata così: «Sono state più di 40 le persone arrestate dalla polizia svedese per le violenze durante le manifestazioni nel fine settimana, che si sono caratterizzate dal tono islamofobo».

Tuttavia a fare l’impressionante elenco di feriti e danni di cui sopra non è stata l’insulsa manifestazione razzista di Paludan (per altro in parte cancellata proprio per via dei disordini). No, il bollettino di simil guerra va addebitato a quelle che quasi tutti i media hanno deciso di chiamare eufemisticamente “controproteste”. Ancora Open: «Parte della popolazione svedese, soprattutto emigrati islamici, hanno reagito con altre proteste».

LEGGI ANCHE:

Michel Houellebecq

Show di Houellebecq all’Action française. «La sinistra si sente morire e diventa cattiva»

6 Luglio 2022
migranti messico

La Corte suprema gli dà ragione, ma sui migranti Biden non ha risolto nulla

4 Luglio 2022

Tolleranza e libertà di espressione

Bisogna naturalmente evitare di appiattire troppo le cose. Ci sono sullo sfondo, come ricorda France24, il grande tema della tolleranza e quello della libertà di espressione e dei suoi limiti, oggettivamente “stressati” in maniera irresponsabile e inutile da un agitatore da quattro soldi, che dopo aver fallito per mancanza di voti l’ingresso in Parlamento in Danimarca ora vuole riciclarsi in Svezia con le sue proposte letteralmente islamofobe (il suo obiettivo è la messa al bando dell’islam senza mezzi termini).

Rivolta a Örebro, Svezia
Mezzo della polizia in fiamme durante la rivolta a Örebro, Svezia, 15 marzo 2022 (foto Ansa)

L’idiozia delle idee di Paludan è comprovata dalle espulsioni che ha collezionato da Belgio e Francia quando in passato annunciò di voler importare a Bruxelles e Parigi il suo spettacolino a base di Corano in fiamme. L’importanza dei temi da lui strapazzati, invece, è confermata dalle proteste ufficiali di paesi come Arabia Saudita, Turchia, Iran, che sono arrivati a imputare alla Svezia la responsabilità di simili «provocazioni contro i musulmani».

Un modello da incubo

Detto questo, non si può chiudere gli occhi nemmeno sull’incubo in cui si sta trasformando, e non da ieri, il modello delle “porte aperte” in Svezia, con decine di veri e propri ghetti ormai off limits per le forze dell’ordine, le cosiddette «aree vulnerabili» pronte a esplodere per qualunque pretesto. Come ricorda la Bbc, già nel 2020 a Malmö ci furono scontri, auto bruciate e negozi danneggiati per le sparate del partito Stram Kurs.

Ma è da ciechi trattare quattro giorni di rivolte violente come une reazione “normale” a un atto di blasfemia. È la Svezia, non il Pakistan. E non c’è bisogno di sminuire la gravità della provocazione di Paludan per vedere come la storia della minoranza vittima di un’offesa non regga alla prova dei fatti. «Dei criminali hanno approfittato della situazione per scatenare la loro violenza contro la società, senza alcun legame con le dimostrazioni», ha detto ai giornalisti il capo della polizia svedese Anders Thornberg.

L’ufficiale ha confessato di non aver «mai visto rivolte così violente», con manifestanti che oltre a lanciare pietre e appiccare incendi «hanno tentato di uccidere dei poliziotti», costringendoli a rispondere con la forza per legittima difesa. Non solo. Thornberg ritiene di avere indicazioni certe del fatto che «l’obiettivo fosse la polizia», ha denunciato le rivolte come un «attacco ingiustificato alla democrazia» e ha parlato pubblicamente di «informazioni su un incitamento alla violenza contro la polizia arrivato dall’estero». Poi la considerazione allarmante e forse sconsolata: «Siamo troppo pochi. Siamo aumentati, ma non alla stessa velocità dei problemi che stanno al cuore della società».

Tags: immigrazioneIslamislamofobiasvezia
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Michel Houellebecq

Show di Houellebecq all’Action française. «La sinistra si sente morire e diventa cattiva»

6 Luglio 2022
migranti messico

La Corte suprema gli dà ragione, ma sui migranti Biden non ha risolto nulla

4 Luglio 2022
Nato

Prima di cantare vittoria, leggere bene il memorandum tra Turchia, Svezia e Finlandia

1 Luglio 2022
Un poliziotto fuori dall'aula del tribunale dove si è svolta in Francia l'ultima udienza del processo a Salah Abdeslam, che partecipò alla strage del Bataclan

Bataclan, la condanna di Abdeslam non è la fine del terrorismo islamico

30 Giugno 2022
Marcia dei profughi ucraini a Varsavia per ringraziare dell’accoglienza in Polonia

Che cosa è più “europeista”, la concretezza di Varsavia o le chiacchiere di Capalbio?

30 Giugno 2022
Resti di vestiti e sangue delle vittime della strage di Pentecoste nella chiesa di St Francis a Owo, in Nigeria

Nigeria. «Basta, la causa della strage di cristiani non è il cambiamento climatico»

15 Giugno 2022

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

L'unione civile tra Francesca Pascale e Paola Turci, Montalcino, 3 luglio 2022

Chiamare le cose con il loro nome. Due esempi

Peppino Zola
5 Luglio 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Economia di guerra o no? È ora di parlare chiaro agli elettori
    Lodovico Festa
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    Il samizdat slovacco che parlò di Cl negli anni Ottanta
    Angelo Bonaguro
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    L’aborto non può essere considerato un diritto naturale
    Emanuele Boffi
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei

Foto

Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist