Sul fronte libanese tutto tace ma Hezbollah non dorme

Di Reibman Yasha
26 Ottobre 2006

Dov’è finito il Libano? Non se ne parla più. Il test nucleare coreano (ne seguiranno altri a breve), il sexgate del presidente israeliano, l’ingresso dell’Italia nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu (complimenti a Romano Prodi e Massimo D’Alema), la Finanziaria, la vicenda Autostrade, Malpensa vs Fiumicino, l’Inter incredibilmente vittoriosa in Champions hanno tolto spazio a quanto avviene a Beirut e dintorni, là dove i nostri soldati stanno operando. Filtrano continuamente notizie della ripresa del riarmo di Hezbollah.
Nelle basi del gruppo al soldo dei mullah atomici, i soldati Unifil pare non siano ammessi. I caschi blu, come molti avevano previsto, starebbero assistendo inermi e immobili alla preparazione della prossima guerra. Questa volta potrebbe esserci un attacco preventivo siriano contro Israele, un attacco coordinato e deciso insieme al regime iraniano anche per impegnare gli americani su un terzo fronte, distogliere attenzione dallo sviluppo iraniano della bomba al plutonio, prevenire un raid israeliano come quello avvenuto anni fa per fermare Saddam e i suo reattori, colpire di sorpresa il nemico sionista prima che riordini il proprio esercito. Il presidente Ahmadinejad dorme tranquillo. La reazione internazionale ai test coreani mostra che si può andare avanti senza troppi problemi, tanto più che l’Iran non è isolato quanto il regime comunista. Resta un dubbio. Il giorno in cui i soldati italiani dovranno fare le valigie e tornare a casa, Alitalia sarà in sciopero?

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.