Sud Sudan. L’Onu si spende per la popolazione e Medici senza frontiere che fa? Lo attacca. «Così non aiutano»
«Un attacco inutile e che non aiuta». Così l’Onu risponde attraverso la Bbc alle accuse dell’Ong Medici senza frontiere (Msf), che nei giorni scorsi ha duramente attaccato la missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss) perché non starebbe facendo abbastanza per la popolazione, dimostrando una «scioccante indifferenza» nei confronti di come vivono molti sfollati in uno dei campi aperti per aiutarli.
IL DISASTRO DELLA GUERRA. Secondo Msf, in uno dei campi per sfollati dell’Unmiss nella capitale Juba 21 mila persone vivono «dentro le acque alluvionali contaminate dalle feci» e l’Onu non farebbe abbastanza per migliorare la loro condizione. L’Onu ha dispiegato 8 mila forza di pace nel paese più giovane del mondo, dove oltre un milione di persone hanno lasciato le loro case a causa degli scontri cominciati tra la fazione del presidente Salva Kiir e quella dell’ex vicepresidente Riek Machar lo scorso 13 dicembre.
Più di un terzo della popolazione ha perso tutto, come dichiarato da monsignor Roko Taban Mousa, amministratore apostolico di Malakal: «Abbiamo perso ogni cosa. Le nostre case e le nostre chiese sono state distrutte e saccheggiate. In 22 anni di conflitto mai avevamo assistito ad una simile devastazione». Nonostante le due parti in conflitto abbiano firmato un cessate il fuoco a gennaio, i combattimenti continuano ed entrambe le fazioni accusano l’altra di violare gli accordi.
«FORNIAMO ACQUA E CURE». Il campo dell’Onu incriminato da Msf è provvisorio ed è stato colpito nei giorni scorsi da violenti piogge che hanno causato gli allagamenti e il collasso delle latrine. «Quella base non è stata creata per ospitare così tante persone, che hanno bisogno prima di tutto di sopravvivere e qui sopravvivono», ha dichiarato alla Bbc Toby Lanzer, assistente del segretario generale della missione.
«Abbiamo fornito acqua e cure. Tutti sapevano che le alluvioni sarebbero potute essere un problema con rischi per la salute pubblica ed è per questo che abbiamo fatto entrare Msf nella base e continueremo a farlo per lavorare con noi».
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