La strage nel tribunale di Milano è una tragedia della follia, dell’odio e della vendetta. Come ha detto Valerio Maraniello, un ex legale dell’assassino e amico dell’avvocato ucciso, «Claudio Giardiello era una persona ingestibile e un po’ paranoide. Molto gentile a un primo approccio ma molto aggressivo quando si entrava nel merito delle questioni».
Non c’entrano nulla l’Expo, le polemiche sulla giustizia, «la Milano che si scopre fragile e vulnerabile» secondo la morale del Corriere della Sera e la Milano che si aspettava l’Isis «e invece è arrivato il Conte Tacchia» secondo la sociologia di Repubbblica.
Nei due caricatori che si è messo in tasca l’assassino e nelle 13 pallottole calibro 7.65 che ha sparato a bruciapelo al cuore di tre persone non c’era «un clima contro la magistratura», come ha osato commentare un ex pm milanese. E non c’era neppure il «discredito nei confronti della magistratura», come si è permesso di tematizzare il presidente della Repubblica.
Speculazioni stupide. Sono morte tre persone: il giudice Federico Ciampi, 72 anni; l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, 37 anni; Giorgio Erba, 60 anni. Per mano di una persona svuotata di ogni senno e piena solo di furore, sono stati uccisi un magistrato, un avvocato e un imputato. Non c’è nessuna bandiera, nessuna istanza ideologica, nessuna polemica strumentale sotto cui sotterrare queste povere vittime.
È ammirabile che, per fortuna di questo Paese, le dichiarazioni di Gherardo Colombo e di Sergio Mattarella siano state lasciate ai margini della cronaca anche in quegli ambienti più facilmente esposti alle polemiche faziose e strumentali. Per una volta, almeno oggi, pietà e verità non sono morte. E tutti possono sentire autentiche, le più autentiche per sé e per il popolo, le parole del cardinale di Milano Angelo Scola. «Prego affinché la luce del Risorto accenda nei cuori dei familiari delle vittime la speranza certa della vita eterna. L’Autore della vita consoli il loro straziante dolore. Lo smarrimento e la paura che ora invadono noi tutti non diano spazio a sterili polemiche. La tragica morte delle vittime incrementi il nostro impegno nell’edificazione della vita buona tesa al benefico sviluppo della nostra Milano. Ogni Istituzione, a partire dalla Chiesa, faccia la propria parte per prevenire e contenere il male che acceca e uccide, per educare al bene comune e per garantire sicurezza ai cittadini».
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