La preghiera del mattino

Sugli stipendi dei prof la retorica può fare più danni delle gabbie salariali

Ingresso di studenti in una scuola a Roma
Foto Ansa

Sul Sussidiario Giulio Sapelli dice: «È necessario che il governo Meloni in questa fase appaia solo, perché può attrarre tutte le forze economiche e politiche presenti nei diversi Stati che comprendono che si è veramente europei se si riformano i trattati. È auspicabile un grande dibattito intellettuale in Europa perché ci si doti finalmente di una vera Costituzione. Abbiamo bisogno di un federalismo europeo che non sia retorico».

La tentazione di autorizzare aiuti pubblici ai singoli Stati membri dell’Unione, senza un passo in avanti nel dare forma istituzionale alla coesione europea, sta determinando una nuova fase politica nell’integrazione del nostro continente, dove l’Italia grazie a un governo finalmente legittimato dal voto popolare ha molte carte da giocare. Di questo si sono accorti, anche grazie a Mario Draghi, economisti come Francesco Giavazzi e Lorenzo Bini Smaghi. È un peccato, invece, che la sinistra (e anche il duo degli avventurosi Matteo Renzi e Carlo Calenda) in Italia, nonostante gli sforzi del commissario Paolo Gentiloni, non stia offrendo alcun particolare contributo per affrontare questa nuova fase.

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Su sito di Tgcom24 Manfred Weber, presidente del Ppe, dice: «Anche gli altri paesi europei che aiutano finanziariamente le Ong, come ad esempio il governo tedesco, devono prendersi le loro responsabilità. Se soccorri i rifugiati devi anche prenderne una parte, fa parte della logica, dobbiamo condividere lo sforzo, non possiamo lasciare i paesi del Sud Europa soli».

Il crescente peso politico di Giorgia Meloni in Europa si comprende anche grazie a dichiarazioni come questa di Weber.

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Su Formiche Roberto Arditti scrive: «Catturato un pericolosissimo latitante siamo finiti dentro un dibattito sul 41 bis che è semplicemente surreale, indicativo però del fatto che sulla Giustizia la Seconda Repubblica non trova serenità. Comunque il pallino è in mano alla premier, che deve trovare una quadra politica per una maggioranza ed un governo che devono accompagnarne lo spirito di cambiamento e non certo diventarne ostacolo. Sotto questo profilo certamente una cosa non può fare Giorgia Meloni: consentire a Cospito di vincere. Il detenuto va curato ed assistito perché la sua salute è un bene prezioso della Repubblica. E poi va riportato, con tutte le garanzie costituzionali previste, al suo ruolo di condannato per gravi reati».

Nell’articolo da cui viene tratta questa citazione, Arditti svolge una serie di interessanti considerazioni innanzi tutto sull’atteggiamento di una parte del personale del governo Meloni, che sembra più rivolto all’essere presenti su Facebook o su Twitter che a misurarsi con la guida dello Stato. Al di là di eventuali infrazioni di leggi e regolamenti su cui si pronuncerà la magistratura ed eventualmente un giurì parlamentare, questo atteggiamento iperpropagandistico non è utile a governare. Venendo, però, al cuore delle questioni poste dalla “vicenda Cospito” Arditi non ha dubbi nel sottolineare l’irresponsabilità della sinistra (ma anche il duo degli avventurosi Matteo Renzi e Carlo Calenda non dimostra granché di iniziativa) sia nell’affrontare la lotta alla mafia dopo aver denunciato per anni le titubanze di Silvio Berlusconi sul 41 bis, sia nel sottovalutare i rischi di una ripresa della violenza fisica nella lotta politica in una società che questa violenza ha sperimentato da fine anni Sessanta fino all’inizio degli anni Novanta, e che con la guerra in Ucraina è esposta a operazioni organizzate dall’estero.

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Su Firstonline Walter Galbusera scrive: «Laddove manca la contrattazione di secondo livello si finisce, soprattutto nei momenti di tensioni inflazionistiche, col dar vita a un meccanismo di gabbie salariali “al contrario”: le retribuzioni reali di coloro che lavorano nelle aree dove è più alto il costo della vita si riducono in misura assai significativa rispetto a quelle di chi vive in ambiti territoriali dove l’inflazione morde di meno. In particolare per un insegnante che non possiede una casa nelle vicinanze della sua sede di lavoro la situazione rende difficilmente sostenibile ogni ipotesi di mobilità, segnatamente dal Sud al Nord del paese».

L’Italia avrebbe bisogno di più persone oneste intellettualmente come un già valido dirigente sindacale come Galbusera, piuttosto di tanti retori propagandistici che prescindono sistematicamente dalla concreta realtà delle cose.

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