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Stazione Centrale, Milano. Il viaggio più bello

Di Marina Corradi
29 Giugno 2025
Basterebbe appena salire su questi treni col muso rosso, come resi aguzzi dall’attrito del vento. Ma il viaggio più bello, in verità, è tornare a casa
Stazione Centrale Milano viaggio

Quei musi rossi puntuti come di serpenti, tutti in fila sotto alla ragnatela di acciaio della Centrale. Quella che Giovanni Testori chiamò “elefantessa” per la facciata massiccia, un blocco di marmo dentro Milano. Ma, dentro, le arcate curve di vetro e di acciaio mi fanno pensare a una cattedrale: una archeologia industriale dei primi decenni del Novecento, dell’era in cui gli uomini confidavano nelle macchine, nei motori, nel Progresso.
È passato tanto tempo. Di qui sono partiti i ragazzi chiamati al fronte, nel 1940, di qui, dal binario 21, i convogli carichi di ebrei si allontanarono verso il nulla. Se questi acciai anneriti dal tempo potessero parlare, quale tesoro di storie e dolore e speranza e paura, e quante preghiere potrebbero raccontare. 
Ed è passato poi il tempo, ancora. Di qui nel Dopoguerra noi bambini milanesi partivamo per il mare, felici, nei vagoni sovraffollati. E qui approdavano dal Sud convogli stracarichi di uomini, donne e bambini, con valigie enormi – come...

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