Stati Uniti d’Europa (cristiana)
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“L’ideale europeista, non in meccanica difesa di quest’Europa, deve essere rilanciato. Un’unificazione poliedrica e capace di portare a somma positiva identità e differenze è l’obiettivo da perseguire. Non possiamo cedere alle schematiche e ideologiche narrazioni populiste”. Così la vede il presidente del Movimento cristiano lavoratori, Carlo Costalli. Di sfide e prospettive politiche continentali, nelle scorse settimane a Bruxelles, ha parlato con il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani (nella foto sopra, a sinistra, con Costalli, a destra, ndr) . Proviamo a riflettere insieme sul decisivo (e critico) tema dell’Europa.
Oggi l’Europa, l’idea stessa della strategicità di un processo di unificazione politica, è segnata dalla crisi. Chi si dice interprete dei bisogni del popolo (i populisti in alternativa ai popolari) indicano nell’Ue e nella costruzione di una sovranità continentale dei problemi più che una prospettiva di sviluppo. Perché in questo contesto la guida di un movimento di lavoratori cristiani sceglie di incontrare il presidente dell’Europarlamento?
Il punto è che l’Unione Europea da troppo tempo non offre la prospettiva di civiltà per la quale è nata. Ed è proprio su questa latitanza etica e politica che sono nati e si sono sviluppati i nazional populismi europei, la Brexit, le regressioni alle barriere e ai muri etnici, mentre riemergono nel mondo spinte ai protezionismi, alle barriere commerciali, alle guerre valutarie.
Da parte nostra siamo convinti che l’Europa debba tornare, con rinnovato slancio e valori, alla sua originaria missione di civiltà per i popoli europei e per il mondo. Un’Europa che noi continuiamo a pensare “cristiana”. Di qui l’importanza del mio recente incontro con il presidente Tajani. Ormai tutte le scelte importanti passano dall’Europa: non solo l’immigrazione, ma anche, e soprattutto, le decisioni sui temi economici e sociali (lavoro, welfare, ecc…). E, dettaglio non da poco, l’onorevole Tajani è il presidente dell’unico organismo eletto in Europa: il Parlamento europeo.
L’Europa va riformata dall’interno. Ma quali sono i punti critici e quali gli aspetti positivi da cui ripartire?
L’Europa è un progetto ancora incompiuto: dalla costruzione di una Federazione internazionale, gli Stati Uniti d’Europa, che riunisca gli Stati membri; al perseguire una governance globale multilaterale; fino a sostenere una crescita socialmente e ambientalmente sostenibile; o il presidiare i valori di giustizia sociale, solidarietà, cooperazione… Sta di fatto che l’Europa pensata dai Padri fondatori è un cantiere tuttora aperto. La risposta sta nel rilanciare con coraggio il progetto europeo: il completare l’integrazione economica e realizzare l’unità politica in una federazione internazionale di Stati assumerebbe un ruolo di rilievo, cambiando strutturalmente la prospettiva, la direzione di marcia, il futuro dei suoi popoli e del mondo.
Europa e Balcani. Europa e ruolo nel Mediterraneo. Sono due temi che le sono cari e su cui il Mcl si è speso, ne avete parlato con Tajani? Cosa è emerso?
Certo che ne abbiamo parlato! E del resto è ormai arcinoto l’interesse del nostro Movimento per questi due temi… Sui Balcani abbiamo discusso e approfondito la road map di avvicinamento dei vari Paesi all’Europa. Alcuni saranno già pronti nel 2025, mentre altri necessitano di ulteriori riforme interne. In ogni caso con il presidente Tajani abbiamo ribadito il comune obiettivo di accelerare il percorso di integrazione. Quanto al Mediterraneo – che per noi deve rimanere un ‘mare aperto’ -, l’intento e l’interesse condiviso è quello di favorire la crescita, la pacificazione e la democratizzazione dei Paesi del Nord Africa, precondizione per la pace in tutta l’area, oltre che freno a un’immigrazione incontrollata.
Il popolarismo europeo può ancora giocare un ruolo o è destinato a cedere alle forze populiste i suoi elettori e il protagonismo politico?
Il popolarismo ha ancora un senso. A patto che, come dicevo, si chiarisca bene che tipo di Europa si vuole costruire. Mi spiego: io non sono né per l’Europa dei tecnocrati né per l’Europa dei sovranisti, ma sono per l’Europa dei valori, della solidarietà e del popolarismo. Che, in campo economico, si traduce nell’affermazione dell’economia sociale di mercato. Però ho anche ben presenti le lacune dell’attuale assetto comunitario, dove le dinamiche si risolvono in un braccio di ferro tra governi nazionali, mentre il Parlamento europeo ha ben poco peso. O cambia tutto questo, e si dà una maggiore importanza alle scelte elettorali, oppure non la vedo bene… Per queste ragioni seguirò con attenzione anche il prossimo congresso del Ppe recandomi personalmente, come osservatore, ad Helsinki a novembre.
Come si può dare gambe e orizzonti all’europeismo in Italia?
Innanzi tutto partendo dalla consapevolezza che senza Europa non c’è prospettiva per l’Italia: ormai ne sono convinti anche i sovranisti che in campagna elettorale inneggiavano alla Brexit e parlavano di referendum contro l’euro… questioni abbandonate subito dopo il 4 marzo… Serve un deciso cambio di marcia: dobbiamo andare oltre i temi economici e non pensare di stare in Europa solo per sfruttare i fondi strutturali. L’Europa è stata costruita sui valori: è un’idea cristiana, frutto della religione cristiana. Le sue radici pongono la persona al centro della politica e dell’economia e privilegiano i valori della partecipazione, della solidarietà, della sussidiarietà e dell’economia reale. Questa è l’Europa che vogliamo. Per tutte queste ragioni il Mcl dedicherà al tema dell’Europa gran parte del suo programma di attività per quest’anno e per il primo semestre del 2019 che vedrà, a maggio, le elezioni per il Parlamento europeo.
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