
Spending review, Formigoni: «Non ci hanno dato risposte sui trasporti e sanità»
«La spending review è un cantiere», dice il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli alla commissione Finanze. «È un’operazione strutturale per evitare che tra ottobre e dicembre si debba aumentare l’Iva», dice Mario Monti nella riunione a Palazzo Chigi con gli enti locali. A illustrare il provvedimento, oggi in esame anche alla Camera, e contenente le disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica, è il commissario Enrico Bondi: «La revisione di spesa sarà parametrata a linee mediane di virtuosità e frontiere di efficienza basate su spese pro capite di personale, costi e servizi con prezzi benchmark».
L’operazione prevista dal decreto è parziale. A questo primo taglio di 4,2 miliardi di euro annui, se ne aggiungeranno probabilmente altri due, con la legge di stabilità e un provvedimento nella primavera del 2013. Complessivamente la spesa “rivedibile” ammonterebbe a 295 miliardi di euro. Quella analizzata da Bondi, e “aggredibile” in tempi certi, ammonterebbe a 60 miliardi: «I risparmi che si possono ottenere sono ovviamente diversi a seconda delle voci e possono variare da un minimo del 25% a un massimo del 61%». Stando alle parole di Monti, questa operazione è divisa in tre fasi: il decreto legge da varare entro questa settimana, gli incontri odierni e la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche dello Stato e i tagli alle reti territoriali “ingiustificate”. Quindi sono previsti risparmi sugli acquisti di beni e servizi da parte dello Stato e delle amministrazioni locali.
Dalla riunione fra enti locali e governo non sono però emerse risposte alle preoccupazioni di Roberto Formigoni, contrario a eventuali tagli al trasporto pubblico locale e ai servizi, e del governatore del Veneto Luca Zaia, che non ha partecipato per «risparmiare sul biglietto aereo». Formigoni ha spiegato di non aver avuto risposte «né sulla sanità né sul trasporto pubblico locale», che «il Fondo sanitario nazionale sarà tagliato» e che, se ci saranno dei tagli ai trasferimenti dello Stato verso le Regioni, «verrà tagliato il trasporto pubblico locale, che è l’unica voce per cui le Regioni ancora ricevono trasferimenti dallo Stato». Stamattina, Zaia aveva lamentato che «in Italia abbiamo già tutti i costi standard della sanità. Sappiamo quanto deve costare una siringa, ma c’è chi la paga ancora sei volte di più».
Il governo ha intenzione di intervenire da subito su pubblico impiego, enti pubblici, ministeri della Sanità e della Difesa. Si prevede il taglio del 20% dell’organico dei dirigenti della Pa e del 10% dei dipendenti, la riduzione dei ticket restaurant, il pensionamento per i sessantenni, oppure la mobilità. Per quanto riguarda la Sanità, i listini di acquisto di beni e servizi dovranno adeguarsi a “prezzi di riferimento”, le industrie farmaceutiche e i farmacisti dovranno aumentare lo sconto obbligatorio che viene applicato allo Stato per i medicinali mutuabili, mentre per gli ambulatori specialistici e le case di cura convenzionate la spesa non potrà superare i limiti del 2011 ribassati del 2%.
Le ipotesi allo studio per la difesa sono il rinvio di un anno per le spese di uno dei programmi di armamento, o il parziale rientro del contingente schierato in Afghanistan. Prevista la semplificazione e la riduzione delle strutture ministeriali, soprattutto per quanto riguarda le articolazioni territoriali, il riposizionamento del personale, una riduzione delle articolazioni del ministero dell’Economia (Ragioneria generale, del Tesoro, delle Entrate, delle Dogane, del Territorio e del Demanio) in un’agenzia unica del Territorio, l’accorpamento dei Monopoli di Stato con l’Agenzia delle dogane, e la cancellazione di enti quali l’Assi (Agenzia per lo sviluppo del settore ippico).
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