
Sono giornalista (mica invitatore)
In un triste giorno dell’inverno 1982-83 stavo ad Appiano Gentile appoggiato al cancelletto degli spogliatoi (adesso se ti spingi fin là arriva la Delta Force) a osservare l’umiliante spettacolo di due tifosi genuflessi di fronte a un giocatore interista che non voleva andare al loro club. Che pena. Un po’ gli sportivi sono stronzi, un po’ ricevono valanghe di inviti: convincerli è un’impresa. Ci pensavo l’altro giorno leggendo l’e-mail di un tale che mi invitava nella sua parrocchia con Trapattoni. Vengo volentieri, ho risposto, ma, obviously, al Trap provvedete voi. Ah, mi fa il tale, veramente chi mi ha fatto il suo nome ha detto che lei portava Trapattoni. Un genio. Gli ho fatto notare la sua faciloneria e mi ha pure servito un casco ciellino. Per cui uso questo spazio per interessi privati. Comunico ufficialmente quanto segue: se mi volete invitare, offro le mie prestazioni gratuitamente. Ma se volete qualcuno (Trap, Sacchi, la foto di Herrera) cacciate il grano. Faccio il giornalista, non l’invitatore.
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