Siri ascolta (e registra) tutto quello che fate in camera da letto

Di Leone Grotti
30 Luglio 2019
Domandate a Siri, l'assistente vocale di Apple, se ascolta sempre quello che dite. Risponderà: "No, ascolto solo quando mi parli". Ma il Guardian ha scoperto che non è vero

Domandate a Siri, l’assistente vocale di Apple, se ascolta sempre quello che dite e risponderà: «Ascolto solo quando mi parli». Beh, non è così. Siri infatti è in grado di attivarsi anche quando il proprietario dello smartphone non lo richiede. Capita così che registri in totale violazione della privacy informazioni confidenziali che vengono poi passate dall’azienda di Cupertino a terzisti incaricati di valutare il funzionamento dell’assistente vocale.

«CI SONO INNUMEREVOLI CASI»

Lo ha rivelato in via confidenziale al Guardian un dipendente di un’azienda che collabora con Apple. «Ci sono innumerevoli casi di registrazioni contenenti discussioni private tra dottori e pazienti, accordi commerciali, apparenti trattative criminali, rapporti sessuali e così via. Queste registrazioni sono accompagnate dai dati degli utenti che indicano il luogo e i dettagli del contatto», spiega la fonte in via anonima.

Normalmente Siri si attiva quando sente il comando vocale “hey Siri”, ma lo fa anche quando interpreta erroneamente tale comando. L’uomo che ha parlato con il Guardian ha dichiarato che «basta il rumore di una zip per attivare Siri», che può essere azionato automaticamente anche dall’Apple Watch semplicemente alzando il braccio e portandolo al volto.

«È FACILE IDENTIFICARE CHI STIAMO ASCOLTANDO»

Apple ha confermato al Guardian che meno dell’1 per cento delle attività di Siri vengono inviate ad aziende terze per valutarne il funzionamento. Queste devono segnalare quando una comunicazione viene avviata senza esplicito consenso del proprietario dello smartphone o dell’Apple Watch, ma «solo come problema tecnico» e non ci sono procedure specifiche per trattare le registrazioni sensibili. La violazione della privacy è evidente: «Abbiamo a disposizione un’enorme mole di dati. E non sarebbe difficile identificare la persona che stiamo ascoltando», continua il dipendente incaricato di valutare Siri. «Se qualcuno tra noi avesse intenzioni nefande, potrebbe identificare le persone registrate».

PROBLEMI ANCHE CON GOOGLE E AMAZON

Non è la prima volta che l’invadenza tecnologica dell’intelligenza artificiale dei dispositivi creati da Apple, Google e Amazon viene denunciata. È stato dimostrato, infatti, che Alexa, l’assistente vocale in dotazione all’altoparlante da salotto Amazon Echo, registra spesso ciò che avviene nell’ambiente in cui viene posto e interviene anche quando non è interpellato. Simili disfunzioni sono state rilevate anche in Google Home Mini.

I colossi della Silicon Valley negano di avere occhi e orecchi dappertutto e di registrare conversazioni senza autorizzazione. Ma i casi di disfunzione sono sempre più frequenti e le “spiate” dell’intelligenza artificiale sempre più inquietanti.

@LeoneGrotti

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