La preghiera del mattino
Ma la sinistra non può non cogliere la drammaticità della questione “immigrazioni”
Su Formiche Francesco De Palo scrive: «Giorgia Meloni ha sfidato i profeti di sventura, soprattutto oltre i confini italiani. E dopo il panettone è riuscita a mangiare anche la colomba. Così il Washington Post che, in un editoriale vergato da Lee Hockstader traccia un bilancio positivo dei primi sei mesi al governo. Un altro endorsement di peso dopo quelli di Times, Wsj, Economist, Figaro, Faz. Non è stato messo in risalto solo il fatto di essere la prima donna premier della Repubblica italiana, o il fatto di essere la leader più di destra dalla Seconda Guerra mondiale. Quanto il quesito che tutto il mondo si è posto dopo il giuramento dello scorso 22 ottobre, ovvero se sarebbe stata ancora in carica oltre Natale. Il quotidiano americano si è fatto la domanda e si è dato la risposta, evidenziando che ”sfidando le previsioni degli esperti (principalmente maschi), Meloni è rimasta al potere mentre gli italiani banchettano con il loro tradizionale panettone e, quando è arrivato il momento della colomba pasquale, la sua presa sembrava ancora più salda”, certificando che non si è trattato di una casualità bensì di un percorso che sta mettendo nell’angolo i principali critici».
Anche un quotidiano liberal come il Washington Post sottolinea la funzione che il governo Meloni sta svolgendo nello scenario internazionale. Da “lontano” si colgono meglio le caratteristiche di fondo delle nuove iniziative di Roma in una situazione mondiale particolarmente confusa.
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Sul Sussidiario Andrea Pomella scrive: «In definitiva, la creazione di due blocchi contrapposti dovrebbe essere il passo preliminare per una nuova forma di equilibrio geopolitico e di stabilità finanziaria ed economica. Peccato, però, che ci siano volute due guerre mondiali per creare il sistema delle relazioni internazionali che ha funzionato dal ’45 fino all’inizio degli anni Novanta. Parliamo di un punto di arrivo, non di un inizio. Il sistema capitalistico dal XVI secolo fino all’inizio del XXI ha prodotto una sequenza di egemonie – olandese, inglese e americana – basate su un centro indiscusso e su una sola potenza; a fronte di questa sequenza storica, un dominio bipolare sino-americano risulterebbe un caso senza precedenti per la storia mondiale e un caso francamente poco probabile».
Pomella spiega in modo interessante quanto sia inquietante il quadro internazionale e dunque perché all’estero si apprezzi l’iniziativa di Giorgia Meloni.
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Sulla Nuova Bussola quotidiana Ruben Razzante scrive: «Di comprensione degli sforzi che il governo Meloni sta facendo su questo fronte sono intrise anche le parole del presidente e capogruppo al Parlamento Ue del Ppe, Manfred Weber, che insiste sulla necessità di maggiore solidarietà da parte dell’Europa, in particolare di Germania e Francia, e non esclude del tutto la costruzione di muri alle frontiere esterne dell’Europa, precisando che dovrebbero comunque essere “un’eccezione”. “Ma nel caso in cui”, dice, “non ci siano ulteriori vie per fermare l’immigrazione clandestina, allora bisogna anche essere pronti a costruire le recinzioni”, ricordando che su questo punto sono tanti i paesi ad avere già messo a punto una barriera per arginare gli ingressi. Peraltro il Ppe pensa che l’Ue debba finanziare queste recinzioni per proteggere i confini europei, non quelli nazionali».
Mentre si comprende la necessaria vigilanza contro qualsiasi rigurgito di razzismo antisemita o suprematista bianco che sia (anche se a questo proposito, maldestramente, Francesco Lollobrigida non si riferiva con l’urticante frase sulla «sostituzione etnica», al penseiro di nipotini di Arthur de Gobineau o di Alfred Rosenberg, bensì all’arruffato Michel Houellebecq, preoccupato del tramonto della civilizzazione cristiana in Francia, e un ragionamento sull’attenzione alle civilizzazioni sarebbe opportuno anche in una sinistra attenta peraltro a questo tema quando si parla di difesa delle civilizzazioni nel tradizionale Terzo Mondo), è difficile spiegarsi come la sinistra, al contrario del popolare Weber, non colga la drammaticità della questione “immigrazioni” in questo momento della storia mondiale.
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Su Fanpage Annalisa Giradi scrive: «“A chi dice che la destra deve fare ancora i conti del passato, dico di leggere il libro di Pier Ferdinando Casini, che riprende alcune delle tesi di Fiuggi quando con Pinuccio Tatarella riconoscemmo chiaramente il valore assoluto della Resistenza nel ridare all’Italia libertà e democrazia”: lo dice Ignazio La Russa intervenendo alla presentazione del libro dell’ex leader dell’Udc».
Con Gianfranco Fini e con Giorgia Meloni che parla di lotta dei nazisti agli “italiani” e giudica quindi i “repubblichini” (come bene sottolinea Sergio Mattarella) al servizio della barbarie degli “invasori” nazisti, mi pare si siano costruite le basi per inserire i “conservatori”, che nella Prima Repubblica per difendere la propria identità si ricollegavano anche al fascismo, compiutamente nella democrazia italiana nata dalla Resistenza. Naturalmente razzismi, prepotenze e altre manifestazioni di spirito reazionario permangono e vanno puntualmente contrastate, ma l’integrazione nella nostra democrazia delle principali correnti politico-culturali-sociali nazionali è un fatto positivo che non va contrastato per meschini fini partitici.
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