
Sindaco di Gerusalemme
Fare il sindaco di una grande città non è certo un lavoro facile, tanto meno a Gerusalemme. Il terrorismo sicuramente non aiuta, ma le difficoltà che Lei incontra sono anche altre. La capitale della democrazia israeliana è forse l’unica città al mondo dove è necessario avere un assessorato per i rapporti con le religioni. La città dà anche il nome a una sindrome nota agli psichiatri e che ha come vittime i turisti. Diverse persone giunte nei luoghi di origine delle proprie tradizioni religiose smettono i panni di cacciatori di souvenir e si improvvisano profeti o messia. Ora ci sono anche le ricorrenze laiche, come il gay pride. Religiosi ebrei hanno gridato allo scandalo, richiamato la punizione di Sodoma e minacciato di morte il sindaco, anche lui religioso, che ha autorizzato la manifestazione. Eppure Lei non si è fatto intimorire. Ha ceduto solo su una illiberale e cerchiobottista proibizione di esporre le bandiere arcobaleno, che fuori dall’Italia ricordano le lotte degli omosessuali e non la guerra in Irak. Gerusalemme, è doveroso ricordarlo, è anche il luogo dove gli omosessuali palestinesi chiedono asilo politico per non finire ammazzati nell’Autorità Nazionale Palestinese.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!