
Scritto con gli occhi
Sia benedetto il bernoccolo che mi fa sentire viva
Cari amici, non volevo mancare alla storica partita di Eurolega tra la Dinamo e il Real Madrid, squadra tra le più blasonate d’Europa ed essendo la mia Dinamo già esclusa dall’Eurolega, giocavamo solo per l’onore anche se sapevamo che vincere sarebbe stato difficile contro quello squadrone.
Ma questo non è il momento di parlare della partita nello specifico, ma di raccontare ciò che mi è successo durante il match.
All’inizio del primo tempo, durante un’azione di gioco proprio davanti a me, il mio gigante Shane Lawal mi è piombato addosso, si avete capito bene, letteralmente addosso! Inizialmente, quando ho visto che arrivava verso di me, mi sono spaventata e credo anche lui abbia avuto timore di schiacciarmi. Mentre veniva verso di me, ci guardavamo negli occhi e ho pensato: «Sono fritta!». Provate a immaginare 208 centimetri di cristiano per 102 chili di peso che vi arrivano in testa a una certa velocità… ops… mi avrebbe abbattuto come un birillo! Non chiedetemi come, perché in quel preciso istante ho chiuso gli occhi, il mio gigante ha frenato proprio sulla mia carrozzina e – miracolo – ho scampato il pericolo dello “scontro frontale”. Shane, dopo avermi fatto uno dei suoi migliori sorrisi, mi ha stampato un bel bacio sulla fronte e mi sono sentita sollevata… fiuuu! Ho subito pensato che lassù qualcuno mi ama proprio oppure non ama lo spezzatino!
Ma per me non era finita… questo era solo l’inizio!
Quando eravamo ancora 12 a 0, una pallonata è passata poco sopra di me! E due. Pensavo di averla scampata ancora una volta, ma era solo una pia illusione… Il pallone ha sbattuto sulla tribuna stampa ed è arrivato sulla mia testa. Una botta terribile, inaspettata, che mi ha fatto partire la testa in avanti lasciandomi stordita. In quel momento, Ica mi ha abbracciato e ho visto Immacolata e Piera che volavano dal loro posto sulle tribune e si dirigevano verso di me così come il personale della croce blu, tutti allarmati per la botta che avevo subito. Volevano portarmi fuori, ma ero tanto suonata che ho risposto di no, non capendo, in realtà, cosa mi veniva detto. Mi sentivo il personaggio di un cartone animato, avevo gli uccellini che giravano intorno alla testa… e stavolta non posso dire di aver visto le stelle di giorno vista l’ora notturna ma di aver visto le “stelle” dentro al palazzetto proprio sì e… non mi riferisco di certo ai giocatori… quelle che ho visto erano proprio stelle!
Beh, forse ho portato fortuna perché da quel momento è iniziata la nostra rimonta. Io, in verità, mi sentivo come Gatto Silvestro quando finisce contro qualche muro o qualche porta: per due quarti di partita non riuscivo nemmeno a ragionare (sì, lo so, voi direte: perché prima ci riuscivi?). Ero così stordita che mi pareva di vivere in un film di fantascienza. Le cellule del mio cervello ci hanno impiegato due tempi per ritrovare la giusta posizione. Il bello è che nell’intervallo lungo, vedendomi “apparentemente normale”, il mio amico Pierpaolo mi ha preso in giro dicendomi che per recuperare il risultato dovevo toccare la palla e mi ha proposto di toccarla ancora visto che stavamo perdendo. Sono riuscita a rispondergli: “No grazie”! Vi immaginate un’altra pallonata così? Altro che cartone animato!
Abbiamo perso ma, nonostante tutto, a fine partita mi sono fatta portare nell’angolo del campo per ringraziare i miei ragazzi, per applaudirli con gli occhi e ringraziarli per l’esperienza in Eurolega.
Ero contenta nonostante le disavventure perché i ragazzi avevano combattuto con onore e potevamo essere fieri, anche se avevamo perso, di aver giocato “nell’olimpo degli Dei”!
Tornati a casa ero comunque felice della serata trascorsa anche se stavo per essere travolta da un tir di nome Shane e aver subito la caduta di un pallone pesante come un masso!
Beh, forse per uno che si può muovere sarebbe stato più facile evitare la botta ma… se ti viene da dietro inaspettatamente dovresti avere gli occhi anche sulla nuca e avere la presa di un giocatore di rugby! Stavolta me la sono scampata!!
La mattina dopo, mentre mi pettinavano, mi sono lamentata; mi faceva un gran male la capoccia proprio dove avevo ricevuto la pallonata. Immacolata ha controllato e avevo un bel bernoccolo che è durato parecchi giorni. Anche se dolorante ero felice perché la “mia Dinamo” in tutto questo periodo mi ha regalato tante soddisfazioni!
Poi mi è venuto questo pensiero: se sei un malato di Sla che non si può muovere, che non può bloccare la palla se scappa di mano ai giocatori, che non può scansarsi se un giocatore gli viene addosso, bhè, qualche rischio devi pure metterlo in conto, o no? Altrimenti, te ne stai a casa, però ti perdi tutto il gusto di fare qualcosa. Cioè ti perdi la possibilità di partecipare e sentirti vivo. Quindi credo che una come me che non si vuole arrendere alla “bestia” e non vuole dargliela per vinta qualche rischio debba pure metterlo in conto. Ma, soprattutto, chi non rischia nella vita? Sia benedetto dunque il mio bernoccolo, segno del fatto che sono ancora viva.
Questa è stata la mia partita di Eurolega contro il Real Madrid! Stavolta non ho fatto la telecronaca della partita ma la telecronaca di ciò che è successo “nel parterre” alla tifosa n°1 !
PERO’, CAVOLO, QUANTO È DURO IL PALLONE DA BASKET!
bacioni,
Susanna
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