Senato, Forza Italia contro Grasso: «Moralità ad orologeria»

Di Chiara Rizzo
06 Febbraio 2014
Il presidente del Senato ha spiegato la scelta di costituirsi parte civile contro Berlusconi, ma i senatori di Fi e Gal hanno abbandonato l'aula per protesta. Grasso: «È una scelta che si può revocare se tutti sono d'accordo»

È guerra tra Forza Italia e Pd, dopo la decisione del presidente del Senato Piero Grasso, ieri, di costituirsi parte civile contro Silvio Berlusconi nel processo per la “compravendita” dei senatori. Ieri Grasso è andato contro il parere della Giunta per le autorizzazioni che era negativo alla costituzione di parte, ma che non era un parere vincolante.

«VERGOGNA». Oggi per protesta i senatori di Forza Italia e Gal hanno abbandonato l’aula di Palazzo Madama e uscendo hanno gridato contro Grasso. La decisione è stata presa appena Grasso aveva dichiarato che «Nel processo ci sono senatori, fortunatamente ex senatori…»: subito sono esplosi i primi boati di protesta, mentre il presidente del Senato diceva: «Lasciatemi finire, mi riferisco al senatore De Gregorio». I senatori di Fi e Gal sono comunque andati via dall’Aula. Il centrodestra parla di «zelo giustizialista» rispetto alla decisione di Grasso, che a sua volta invece definisce la scelta di costituirsi «ineludibile dovere morale».

LA “PRIMA VOLTA” AL SENATO. Grasso stamattina ha spiegato la sua decisione: «Se non c’è un precedente di costituzione di parte civile del Senato, forse è perché non c’era mai stato prima un processo del genere. Sono rimasto impressionato dal fatto che siano indicate le date delle sedute in cui si sarebbero commessi i fatti». Quest’ultimo motivo avrebbe spinto il presidente del Senato a prendere una decisione diversa da quella della Giunta, come ha proseguito a dire Grasso: «La facoltà di costituirsi parte civile ha un termine di decadenza e la mia preoccupazione come rappresentante del Senato era di non poter far valere una facoltà che il Senato ha».

«SCELTA CHE SI PUO’ REVOCARE». Grasso, poco dopo l’abbandono dei senatori di centrodestra, ha proseguito il suo discorso spiegando che «La costituzione di parte civile si può anche revocare: ci sono gli strumenti, se tutta l’Aula del Senato è d’accordo. Ma io ho preso la mia decisione in totale autonomia. È stata una scelta super partes, una scelta discrezionale, che la funzione che ricopro mi attribuisce. Non ho subito nessuna pressione, ho agito in piena autonomia e indipendenza». Poi replicando alle accuse lanciategli dai senatori di Fi e Gal, ha concluso «Non ho umiliato il Consiglio di Presidenza».

FI: «QUINTO COLPO DI STATO». La più dura nei commenti alla decisione di Grasso è stata la deputata Michaela Biancofiore, che ha parlato di «Quinto colpo di Stato portato avanti in questo Paese contro Silvio Berlusconi». Ma anche diversi senatori hanno condannato il gesto di Grasso denunciando, come ha fatto Lucio Malan, la «moralità ad orologeria», o «la «vera e propria fatwa contra personam nei confronti di Silvio Berlusconi» come ha detto Daniele Capezzone. Per la senatrice Alessandra Mussolini «Grasso ha una coda di paglia da qui al Quirinale».

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