
Se sia meglio dormire a Messa o leggendo Repubblica
Lievitate gente, lievitate. Il segretario generale della Cei, Giuseppe Betori, ha dedicato un passaggio del suo articolo scritto su Avvenire il 15 agosto a «una categoria oggi assai in voga, quella del cristiano “lievito nella pasta”, cui poco importa della propria identità, mentre è pronto a disperdersi nella massa anonima del mondo». Nota il vescovo però che «il vangelo non dica propriamente così: lievito non è il cristiano ma il Regno di Dio. Dei suoi discepoli, Gesù dice altro: sono sale, che non deve perdere sapore se vuole dare gusto nuovo al mondo». Nota maliziosamente il vaticanista dell’Espresso Sandro Magister nel suo blog che «”lievito nella pasta” è una formula cara al cattolicesimo progressista».
C’è predica e predica. Monsignor Vincenzo Paglia ha spiegato a un quotidiano a quale principio ispirarsi per evitare di tediare i fedeli durante le omelie delle sante Messe: «Il teologo protestante Karl Barth diceva che il cristiano deve avere in una mano il giornale e nell’altra la Bibbia». Lo ha detto a Repubblica, il giornale che la domenica pubblica la “predica” di Scalfari. Forse è meglio annoiarsi in chiesa.
Una Bibbia ti salva la vita. Lucio, Jesus e Salvador sono i tre pescatori messicani dispersi in mare per nove mesi e nove giorni, recuperati dopo un’odissea di 8.500 chilometri da colleghi taiwanesi. Hanno detto di «non aver mai perso la speranza perché sapevamo che Dio ci avrebbe aiutato». Non avevano con loro né cellulari né radio, ma solo una Bibbia che hanno letto durante il naufragio.
Santo subito/2. Dopo Giulio Andreotti che aveva dichiarato di stimare Fidel Castro perché «ha studiato dai gesuiti», il teologo della liberazione Leonardo Boff ha fatto notare che il dittatore «non si è mai proclamato ateo. E secondo me non lo è».
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