
Se sei il più forte l’arbitro non conta
Ho molti amici interisti – un partito trasversale del rimpianto, della saudade e del “quando c’era lui, caro lei” annoda genoani, interisti, torinisti – che mi chiedono di unirmi alla guerra santa contro il grande Satana che sta conducendo la Juventus al suo 26° scudetto. Adesso spiego come vanno le cose. I favori arbitrali (o gli sbagli a senso unico, o quello che volete voi) funzionano come il finanziamento pubblico dei partiti. Chi conta di più ne ha di più, a scendere. All’Inter strepitano contro la Juve e ovviamente dimenticano facezie come il gol in fuorigioco segnato da Vieri al Piacenza o quello di Baggio (always in fuorigioco) alla Roma. La quale a sua volta dimentica un gol di mano di Totti e via così. Per cui, date retta a Eraldo Pizzo. Il Caimano sentenziò, a proposito dei fischietti della pallanuoto, loro sì molto più determinanti di quelli del football: “Gli arbitri bisogna metterli in condizione di non nuocere”. Un po’ di conti: l’Inter non spreca i 3 punti col Milan nel derby d’andata, i 2 con la Lazio all’andata, i 4 con Bologna e Cagliari (tutte partite in casa). Classifica rifatta: Juventus 59, Inter 57. Il 16 aprile c’è Inter-Juve, l’Inter batte Madama e va in testa. Rullio di tamburi e tutti a festeggiare lo scudetto a casa Moratti.
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