
In Veneto 17 mila firme in difesa della scuola pubblica e della libertà educativa
A Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, si gioca una partita in difesa della libertà di educazione. Da mesi un movimento è sorto per chiedere alle istituzioni di non far mancare i finanziamenti a otto scuole dell’infanzia paritarie della Castellana che rischiano la chiusura. Il Movimento salva scuole paritarie dell’infanzia del Veneto (Msspv) – così si chiama – ha già raccolto 17 mila firme in sottoscrizione ad una petizione che i genitori, insieme ai sacerdoti, rivolgeranno presto al sindaco.
CALANO LE ISCRIZIONI. «Ad essersi accorti dell’emergenza sono stati in primo luogo i gestori degli istituti», che sono soprattutto asili parrocchiali, spiega a tempi.it Giancarlo Frare, presidente della sezione provinciale della Federazione italiana scuole materne (Fism), che venerdì interverrà ad un incontro pubblico sul tema.
«La provincia di Treviso – spiega Frare – sta attraversando una fase di dispersione che potremmo definire “prescolastica”: 3.300 bambini su un totale di 27.400 in età per frequentare la scuola dell’infanzia primaria, in realtà, non frequentano né gli asili statali né quelli paritari». I primi sono frequentati da 7 mila bambini circa e i secondi da oltre 17 mila. Più di 3 mila bambini, invece, restano a casa. Ma non certo per loro scelta. Se si considera che nel 2011 il calo demografico della popolazione locale in età scolastica è stato pari soltanto a 248 unità, 160 circa nel 2012, si capisce che il problema ha origini diverse.
I MORSI DELLA CRISI. «Il fatto è – continua Frare – che se fino a poco tempo fa in Veneto una famiglia poteva tranquillamente decidere di investire 160/180 euro al mese, per mandare un figlio in un asilo paritario (a fronte dei 50/60 euro al mese spesi per uno statale), ora, con la crisi, qualche famiglia comincia a incontrare difficoltà». Ma meno studenti per un asilo paritario significano meno rette pagate e minori introiti. E meno rette pagate, impongono una scelta drastica ai gestori: o si aumentano gli importi delle rette, oppure si chiede uno sforzo maggiore all’amministrazione competente in termini di finanziamento pubblico, soluzione auspicata dal Movimento; e nel caso degli asili in Veneto, il soggetto preposto a decidere sui finanziamenti sarebbe l’assessorato alle politiche sociali.
SCUOLE PER I POVERI. Frare, e come lui tutti i genitori che hanno fatto nascere il Movimento, è dell’idea che «far pagare di più le rette, anche solo di 5 euro al mese, non è giusto». Primo, perché, in Italia, «un cittadino che manda un figlio all’asilo privato paga già due volte, una con la retta sostenuta e un’altra con le tasse versate alla collettività». Secondo, perché gli «asili parrocchiali sono nati con uno scopo preciso: sono asili per tutti, ma soprattutto per i più poveri: far lievitare i contributi fino a renderli esclusivi non sarebbe giusto». A questo poi si può aggiungere anche il fatto che gli istituti paritari offrono un servizio che, come a Bologna, fa risparmiare la collettività a fronte degli esigui finanziamenti pubblici che ricevono; essi non rappresentano un costo, insomma, bensì una risorsa. E si può aggiungere il fatto, ricordato sempre da Frare, che il «sistema misto, o integrato, tra scuole paritarie e statali è anche l’unico in grado di accogliere tutti i bambini» del territorio. Ad oggi, infatti, una classe può ospitare massimo 20 alunni, ed è chiaro che negli asili statali tutti i bambini non ci starebbero mai. A meno che venga elevato il tetto massimo a 28 alunni per classe.
LIBERTA’ DI SCEGLIERE. Ma non è tutto. C’è anche un altro aspetto. Ed «è – spiega Frare – l’elemento nuovo introdotto nel dibattito sulla scuola pubblica ed è il protagonismo dei genitori. Si tratta del «diritto di scelta», della «libertà di educazione». Senza un’«effettiva parità nelle condizioni di accesso all’istruzione, infatti, non potrà mai esserci piena libertà di scelta». Un diritto che, oltretutto, a ben vedere, «non è soltanto un diritto, ma un dovere». Così, almeno, recita la Costituzione. Ed è giusto che «uno Stato faccia tutto ciò che è in suo possesso per salvaguardarlo».
Appuntamento, dunque, venerdì 21 alle 20:30 presso l’auditorium Bordignon di Castelfranco, dove si incontreranno per un confronto, Rommy Lustro, coordinatore del Movimento, Giancarlo Frare, il sindaco Luciano Dussin (Pdl), l’assessore regionale ai servizi Remo Sernagiotto (Pdl) e la deputata del Pd, Simonetta Rubinato.
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