Ritrovato anche l’altro fratello disperso nello Tsunami del 2004. Il (doppio) lieto fine di una famiglia indonesiana
Jannah era sparita dagli occhi dei genitori durante lo tsunami del 2004, in una regione dell’Indonesia. Dieci anni esatti dopo quel fatale giorno, è riapparsa di fronte agli occhi increduli e commossi dei suoi genitori. Uno zio l’ha riconosciuta mentre passeggiava e non poteva credere all’emozione. Quella era proprio Jannah, allontanata dalla famiglia dalla forza dell’onda dello tsunami quando aveva soli quattro anni.
DUE FRATELLI DISPERSI. Ma Jannah non era sola il 26 dicembre 2004, bensì in compagnia del fratello Arif, di sette anni. I due erano riusciti a rimanere per un lungo tratto insieme, trascinati dalla corrente, aggrappati a qualsiasi cosa potesse fungere da zattera, ma a un certo punto si erano divisi. Jannah era così stata salvata da un pescatore e dalla sua anziana madre, ed era cresciuta aiutandoli nella raccolta delle conchiglie. Di Arif invece si erano perse le tracce.
UN RAGAZZO ABBANDONATO. La madre di Jannah, una volta ricongiunta con la figlia, aveva ringraziato Dio per il bel dono ricevuto: «So che è lei, che è mia figlia, non ho bisogno di fare test del dna. Ora voglio ritrovare anche mio figlio». Dopo il servizio al tg nazionale e l’interessamento dei media di tutto il mondo alla storia, ecco arrivare una telefonata: «Arif è vivo, sta bene». Il ragazzo, ormai diciassettenne, si trova a Payakumbuh, nell’isola di Sumatra, e in questi anni si è arrabattato, vivendo tra mercati e edifici abbandonati, fino a che una coppia qualche mese fa gli ha dato accoglienza. Ha vissuto una vita più complessa di quella di Jannah, accolta e salvata all’età di quattro anni, ma sta bene.
a dargli una mano sono stati Lana Bestari e Fajri Windu. All’inizio gli hanno solo fornito cibo e vestiti puliti, visto che Arif dormiva sulla porta del loro negozio, poi gli hanno dato assistenza. La signora ha detto di aver visto il servizio in tv: «Sono rimasta scioccata, ho visto la foto di un ragazzo che ho riconosciuto benissimo». Così a distanza di dieci anni dall’immane tragedia che uccise 220 mila persone ha avuto per questa famiglia un doppio lieto fine.
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