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Diffidare dei media che dicono di raccontare “la verità” e solo “i nudi fatti” dovrebbe essere la regola base di comportamento di ogni lettore avveduto. Per il fatto stesso di decidere a quali notizie dare più spazio, su cosa puntare in prima pagina o in apertura di sito, cosa relegare in un box a pagina 25 e cosa valorizzare sui propri canali social, una testata giornalistica si schiera. C’è poi chi fa del proprio schierarsi un orgoglio e una patente di identità – pensiamo, in Italia, a Repubblica per i progressisti e Il Giornale per il centrodestra. Ma la polarizzazione sempre più estrema delle opinioni sta trasformando molti media in strumenti di propaganda di idee che non accettano contraddittorio e bollano quelle altrui come “fake news”. Chi però continua a godere dello status di fonte attendibile e oggettiva sono i motori di ricerca. Se una notizia compare sulla home page di Google News è difficile che ci venga il dubbio che possa essere di parte, anche se rimanda a una ...
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