Regolamentare la prostituzione? Il 30 gennaio il Consiglio Comunale di Torino ha approvato un ordine del giorno della Lega Nord con cui si impegna il sindaco Piero Fassino a farsi promotore presso il Governo di una legge per la regolamentazione della prostituzione. La Lega ha chiesto la possibilità di riaprire le “case di tolleranza”. L’odg ha ricevuto 22 voti favorevoli a fronte di 9 astensioni.
Ma per Silvio Magliano (foto a lato), vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Pdl, questa è «una scelta che costa più di quel che rende. Regolamentare la prostituzione è controproducente, non solo per ragioni etiche. Prostituzione significa sfruttamento, significa violenza sulle donne. Come può lo Stato pensare di trarre fondi, sotto forma di tasse, da un’azione che non è solo immorale, ma gravemente lesiva dei diritti della persona? Sarebbe come tassare il contrabbando o le mazzette».
Non solo. Per Magliano, la norma lancia «un messaggio diseducativo: lo sfruttamento di altri esseri umani sarebbe identificato come legale, mentre la prostituzione potrebbe anche essere identificata come una possibilità per sfuggire alla disoccupazione e alla crisi. Non è legalizzandola che si combatte la tratta, lo dicono le statistiche, lo dice quanto è accaduto in altri paesi, lo dicono, soprattutto, le Associazioni che da anni si occupano di sfruttamento e che, tanto per cambiare, non sono state mai coinvolte: la violenza sulle donne esiste anche ad Amsterdam e in Germania, lo raccontano ai Volontari le ragazze che, giunte da lì in Italia, riescono a trovare finalmente il coraggio per sfuggire ai loro aguzzini».