
Ravezzani (Telelombardia): «Non spegnete le tv locali»
Le televisioni locali stanno soffrendo: ricavi dimezzati, contributi pubblici ridotti al minimo e 5 mila posti di lavoro a rischio. Non va poi dimenticata la minaccia sul criterio della pluralità nell’informazione che dalla legge Mammì, alla Gasparri, passando per la Maccanico è sempre stato il caposaldo della regolamentazione nel panorama delle emittenti televisive.
Tempi si sta occupando dell’argomento e nel numero del settimanale in uscita giovedì 13 settembre ne parlerà ampiamente con interventi di alcuni editori e direttori fra le tv areali più importanti in Italia.
Fabio Ravezzani, direttore delle storiche Telelombardia e Antenna 3 lancia un appello al presidente del Consiglio Mario Monti: «Nella spending review sono stati tagliati 30 milioni di euro. Una cifra che non cambia la vita agli italiani, ma cambierebbe molto e in peggio se improvvisamente tutte le televisioni locali si spegnessero».
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Per Ravezzani il problema sono i contributi dati “a pioggia” su cui si basa la contribuzione pubblica. Criteri che, indipendentemente dalla bontà dell’informazione e dagli ascolti auditel, estendono a tutte le emittente finanziamenti in alcuni casi non giustificabili. «Perché non si riescono a distinguere le televisioni verso cui è corretto dare una mano e quelle a cui è inutile e ingiusto?»
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