
Radiant. La chiesa più rock d’America
«Mi dica: qual è la sua stazione radio preferita? E cosa ne pensa della gente che non va in chiesa?». Due sole domande per un grande progetto: resuscitare la fede assopita degli abitanti di Surprise. Surprise è una città nata intorno ad una vecchia pompa di benzina nel deserto dell’Arizona, come ricorda la guida turistica ad uso di improbabili visitatori. Vestito in maniera casual, camicia aperta con disegni hawaiani sopra una t-shirt informale e il classico cappello da baseball in testa, il pastore Lee McFarland ha bussato per settimane alle porte di ogni casa per portare a termine la sua indagine una decina di anni fa. Allora Surprise era ancora un piccolo insediamento vicino a Phoenix, ma oggi con i suoi 80 mila abitanti è una delle tante exurbs statunitensi, megaperiferie dormitorio per gente senza futuro. Fu per queste sue caratteristiche che i vicini di Sun City, “la città dei pensionati”, decisero di non correre rischi: occorreva dare un’anima a Surprise, prima che il diavolo se l’accaparrasse. Il primo tentativo era andato male. I vecchietti di Sun City avevano promosso la costruzione di una chiesa evangelica classica. Una chiesa troppo tradizionale; non poteva funzionare.
Fu così che ingaggiarono McFarland. Se Dio ha bisogno degli uomini, a McFarland bastavano 46 mila dollari. I rudimenti in materia religiosa, d’altronde, il nostro li possedeva, avendo nel 1996 – anno del suo ingaggio – appena terminato un corso di teologia per corrispondenza. Così, l’ex ingegnere fuggito dalla Microsoft a causa della fulminea vocazione religiosa, iniziò col farsi chimare “reverendo McFarland”.
sermone e palestra
«In media chi si trasferisce qui è gente giovane con famiglia e molti problemi finanziari», racconta McFarland. Secondo la sua indagine, i motivi per cui la gente non andava più in chiesa erano: a) l’impossibilità di comprare vestiti carini da mettersi in un luogo pubblico; b) difficoltà a lasciare un’offerta alla chiesa; c) i noiosi cori religiosi che tutti avrebbero volentieri sostituito con qualche più frizzante brano rock; d, il più importante) la difficoltà a seguire sermoni che non avevano nessuna relazione con i problemi della vita reale. Così il pastore Lee s’è inventato una nuova chiesa e l’ha chiamata “Radiant”. Un successo strepitoso. «Ogni domenica arrivano circa 5.000 persone e per l’ultima Pasqua sono stati predisposti 15.000 posti a sedere», racconta.
Radiant non è un fenomeno isolato ai confini delle grandi metropoli americane, ma la sua formula è eccezionale. Queste megachiese hanno origine, secondo il lungo elenco stilato dall’Hartford Institute for religion research, da vari credi; cristiano battista, evangelico, pentecostale o semplicemente non denominational cioè senza una specifica appartenenza religiosa. Chiese per new-seeker, nuovi cercatori della fede in Dio, come Radiant. Il segreto di Lee? «Baso i miei sermoni su argomenti della vita di tutti i giorni: problemi coniugali, rapporti con i figli, insuccessi nel lavoro». E se è vero che l’uomo non vive di solo pane, è anche vero che Lee non ha fatto nulla per sottrarlo ai suoi, il “pane”. Ha costruito la chiesa a misura di centro commerciale, soddisfacendo ogni tipo di bisogno secolare: scuole, banche e finanziarie, palestre e associazioni sociali, ma anche cerimonie religiose con pochi obblighi formali. Durante le funzioni, infatti, non è vietato gustare dolcetti o sorseggiare un caffè. Un modo astuto per tirar su un po’ di soldi, senza dover ricorrere a questue poco gradite. E con risultati migliori: dall’ultimo bilancio 16 mila dollari di sole ciambelle fritte.
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