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«Qui in Cisgiordania siamo tutti prigionieri»

Di Leone Grotti
21 Novembre 2024
Nei Territori il 7 ottobre è diventato una scusa per moltiplicare occupazioni e violenze ai danni dei palestinesi. Ma i primi a condannarsi alla reclusione e all’odio sono proprio i coloni israeliani. «Ci sono bimbi che non hanno mai visto un ebreo senza un fucile»
militari cisgiordania
Lancio di sassi verso i militari israeliani durante una protesta contro gli insediamenti ebraici sulle terre di un villaggio palestinese nei pressi di Nablus, Cisgiordania, 9 giugno 2023 (foto Ansa)

Anche per la piccola comunità di Khirbet Zanuta la strage di Hamas del 7 ottobre 2023 ha costituito un punto di non ritorno. Le 27 famiglie palestinesi, circa 250 persone arroccate su una collina spazzata dal vento vicino a Hebron, in Cisgiordania, erano già abituate a scontrarsi con i coloni israeliani, che avevano costruito negli anni un insediamento dopo l’altro fino ad accerchiarli. Ma dopo il pogrom dei terroristi islamici gli scontri sono diventati atti di vandalismo, aggressioni fisiche e infine minacce di morte. Per due settimane i coloni, imbracciando le armi, hanno intimato alla comunità rurale di pastori di andarsene, distruggendo i pannelli solari delle loro case, ribaltando le cisterne d’acqua, spaccando le portiere delle auto, spintonando le donne e infine lanciando contro un gruppo di famiglie una granata stordente.

L'occupazione israeliana in Cisgiordania

La comunità ha più volte invocato l’aiuto della polizia israeliana, incaricata di amministrare la sicurezza ...

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