
Quelli della stirpe di Paolo, Aquila e Priscilla
Con l’invenzione della tragedia gli antichi greci hanno fondato la Polis, la Città, il mondo comune. La tragedia aveva una funzione didattica, insegnava ai cittadini ciò che conta. Interrogando una illustre grecista ci è parso capire che se si mettono infila Eschilo, Sofocle, Euripide, si ottiene un simbolico ma sicuro tracciato della parabola della Polis. Eschilo, il cantore dei destini umani nelle mani degli dei; Sofocle della grandezza del cuore umano superiore alle leggi; Euripide, segnacolo di un sipario che cala sulla tradizione e, parallelamente alla filosofia dell’irrisione della verità (la sofistica), il trionfo dell’opinione, fino alla follia delle Baccanti”di Euripide.
Duemila e passa secoli dopo la parabola di una delle più grandi civiltà della storia, ci sarebbe di che divertirsi, ad esempio nel saggiare le nuove frontiere dell’intrattenimento televisivo. Se non fosse che, senza andare a scomodare la morale (ma quale morale dottor Rai-Zaccaria?), il Truman Show, un bellissimo film diventato genere di spettacolo Tv, sbarcherà anche in Italia nel prossimo autunno, celebrando così la nascita degli uomini in acquario e, altro che new-age, del nuovo protocollo della vivere in provetta (dove l’accento non è sulla provetta, ma sulla vita, che chissà come si troverà quando dovrà essere vissuta sul serio e per farlo non sarà pagata con nessuno spot). Insomma, non solo siamo ben lontani da Eschilo, ma probabilmente anche le baccanti di Euripide si troverebbero un po’ a disagio in questo pazzo mondo del 2000.
E noi, uomini del XXI secolo ci crediamo progrediti rispetto al quelli del V a.C. solo perché la scienza ci fa campare fino a ottantanni? Suvvia! Coraggio intelletuali Micromeghesi, siete proprio voi i migliori rappresentanti di quella specie che accusaste di irrazionalità e fideismo, cioè coloro che hanno creduto in un dio che via via si trascolorava in uno nuovo idolo, la Scienza, il Progresso, le Mani Pulite. Sono altri quelli che hanno avuto e hanno piedi ben piantati per terra. Sì, i cinici realisti della razza Ferrara (Giuliano of course) primo a sbarcare in terra veramente giacobina, la Francia – di cui altri, provinciali untori per via giudiziaria, presumevano esserne rappresentanti – che accoglierà la sfida di queste intelligenze libere e indagatrici della famiglia Il Foglio-Le Feuille.
E poi, sopra ogni élite, è l’esitenza dei semplici del popolo cristiano a dimostrare una fedeltà alla realtà infinitamente superiore a quella del cosiddetto “progressismo”. Non solo. Anche la carne pagana, sia essa in Tv o in discoteca, non dice, come dicono i predicatori, lo schifo che è la pubblcità, il mondo di plastica, il berlusconismo. O non dice soltanto questo. Dice alla brutalità quotidiana – i ragazzi in branco nelle scuole statali e non, i bambini curdi o albanesi che vengono a morire come cetacei sui bagnasciuga affollati – che c’è bisogno di un punto di fuga e c’è fame di godimento, di piacere e di tutta una serie di accidenti lungo la strada che si chiama felicità.
Una volta sul monte Olimpo non c’erano gli dei, non c’erano mai stati, ma Eschilo diceva la verità: si chiami “Colui che fa tutte le cose” oppure “un ricordo di Dio”. Più avanti, a Corinto (come oggi a Londra), gli spiriti sagaci ci andranno per visitare i templi delle divine prostitute (e infatti non è cara solo la sterlina, anche i romani sapevano che “non a tutti è permesso andare a Corinto”).
Allora come oggi, in realtà non esiste nessuno scandalo, eccetto uno: la pretesa di aver trovato quel Dio sconosciuto a cui i saggi ateniesi avevano predisposto un tempietto tra i tanti dedicati alle fin troppo conosciute divinità locali. Così, “Mentre era proconsole dell’Acaia Gallione, Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto. Qui trovò un giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i giudei. Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci”. In questo diario di vita della prima comunità cristiana c’è la notizia di una cosa normale e inaudita. Ecco cosa succede 2000 anni dopo e cosa succederà domani, qualunque sia lo spettacolo, tragedia o Truman Show, il mondo si apparecchierà per piacersi e scaldarsi l’anima. Via, non saremo noi, gente di specchiata sporcizia morale a dire quello che serve per correggere i costumi e l’etica dell’uomo moderno. Noi diciamo solo che, a nostro modesto avviso, come disse una volta anche Kierkegaard, Gesù Cristo resta l’unico problema serio della storia.
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