
Quando Fini, Di Pietro, Rutelli e Veltroni difendevano Silvio
«Improponibile che uno Stato di diritto vada a mettere il dito sulle abitudini sessuali dei cittadini. Io valuto Silvio per quello che è come persona e per come svolge il suo ruolo. Sotto le lenzuola non intendo andare a vedere quello che fa». Chi l’ha detto? Non Giuliano Ferrara, non Paolo Bonaiuti, neanche Sandro Bondi. Questa è tutta farina del sacco di Antonio Di Pietro.
Sembra impossibile ma l’ha detto. Solo che non eravamo nel 2011 e non si parlava di Berlusconi. Correva invece l’anno 2007 e si trattava del portavoce di Romano Prodi, Silvio Sircana, fotografato insieme ad un transessuale. Tutto fu spiattellato e ben documentato sui giornali. Allora Gianfranco Fini affermava che era «disgustoso gettare nel tritacarne anche le vittime di ricatti», Francesco Rutelli provava «disgusto per chi usa la stampa per tentare una lapidazione in pubblico», Fabio Mussi si indignava contro il «vergognoso scandalismo mediatico», Walter Veltroni condannava «una aggressione barbara e inaudita».
In questi giorni i parlamentari del Pdl si fanno grasse risate leggendo il contenuto di due volantini che circolano alle Camere di mano in mano, stampati e diffusi da tal Peppino Lamedica. Il primo volantino – “Arriba Silvio! Possibile???” – cita le frasi in difesa di “Silvio” appena riportate, senza però rivelare né gli autori né chi sia il Silvio in questione, e recita: “Un mio carissimo amico […] si è imbattuto nel blog fansclubcorazonesprosilviodefuego dal quale ha tratto delle mail che, dopo averle tradotto in italiano, mi ha inviato con la sua lettera. Se sono vere queste espressioni di solidarietà e di stima per Silvio, visto che da noi è svillaneggiato mentre all’estero è acclamato, mai come ora è appropriato dire: Nemo propheta in Patria”.
Il secondo volantino, intitolato “Contrordine compagni”, arrivato in un secondo momento, svela l’identità degli autori delle frasi e aggiunge: “Cari blogger, che mi avete ricoperto di improperi per quel mio precedente volantino, non fate come i “trinariciuti” di guareschiana memoria. Non prendete alla lettera le frasi dei capi sopra citate. A nessuno di voi passi per la mente ora di tessere le lodi del Silvio d’Arcore. Il Silvio di cui qui si parla non è lui ma è Silvio Sircana, il portavoce di Prodi. Era marzo del 2007 e quel Silvio venne fotografato mentre un trans abbordava. Per quel Silvio tutti in coro a testimoniargli solidarietà. Poveretto, lì per caso si era trovato e non c’era immoralità. Non con una escort, ma con un trans lui parlava; il che non lo disonorava”. La beffa è servita.
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