Quando beccheremo i furbetti del bonus, l’Italia risorgerà

Di Rachele Schirle
14 Agosto 2020
Dai che gliela facciamo pagare a quei manigoldi. Così poi il nostro Pil comincerà a crescere e avremo risolto tutti i nostri problemi

Mentre continua la caccia e la gogna dei furbetti del bonus, condendo la vicenda con particolari strapaesani tra il ridicolo e il grottesco (“ho dato i soldi in beneficienza”, “gli ha chiesti il mio commercialista”), accade che qualcuno s’accorga che accanto ai numeretti (600 euro), ci sono anche i numeroni.

Anno zero dell’industria italiana

Accadeva ieri su Repubblica dove, dopo doppie pagine sui furbetti, si arrivava alla 22 in cui si poteva leggere che siamo all'”anno zero dell’industria italiana”.

«La pandemia ha accelerato un declino iniziato nel 2008 e proseguito fino allo tsunami Covid che ha precipitato il nostro sistema produttivo nei bassifondi delle graduatorie internazionali della competitività e della formazione».

La luce nel 2028

Il quotidiano riportava le conclusioni di uno studio preparato da 23 docenti dell’Università Sapienza di Roma e che presto finirà sulla scrivania del presidente del Consiglio Conte. La ricerca afferma che, così come dopo la crisi petrolifera del 1973 ci vollero 8 anni per riprendersi, così come dopo la crisi globale del 2008 ci sono voluti otto anni per riprendersi, anche stavolta vedremo (forse) la luce nel 2028.

«In poco più di due mesi, tra febbraio e aprile 2020, l’indice della produzione industriale ha perso oltre 50 punti percentuali, “ampiezza quasi doppia e un’intensità 6 volte quella della crisi precedente (31 punti tra febbraio 2008 e aprile 2009)”».

Quella che fu per anni fra le prime otto potenze mondiale manifatturiere oggi si «ritrova al 44° posto su 63 Paesi nel ranking mondiale della competitività (nella sola competitività digitale siamo al 41° posto e addirittura la 57° per la scuola); è diciassettesima nella Ue per la diffusione della banda larga; ultima nella sottomissione di form tramite web applications; terz’ultima nello sviluppo dell’e-commerce; quart’ultima nelle conoscenze software di base».

Se non si produce ricchezza

Ma, ovviamente il nostro problema è beccare i furbetti del Covid e far restituire il maltolto dei 600 euro. Così in Italia tornerà il bengodi. Il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, continua a ripeterlo ossessivamente: qui non c’è lo straccio di un progetto, i soldi a pioggia non sono una soluzione. Lo ha fatto anche ieri in una bella intervista al Giornale:

«Le risorse a pioggia accontentano più i partiti che non le esigenze dei cittadini. I bonus sono palliativi come lo sono stati il reddito di cittadinanza e quota 100 che non servono a invertire la rotta della crisi, ma a rimandare decisioni che dovranno essere prese. I 100 miliardi sono usati per misure assistenziali e improduttive, ma prima o poi le risorse finiranno e se non si produce ricchezza, difficilmente potremo avere un futuro».

Foto Ansa

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