In questa Domenica delle Palme, nel Rito Romano, si legge il Vangelo di Marco 14, 1-15, 47; l’antefatto è quello di una donna che versò sul capo di Gesù il profumo di nardo.
La quantità di nardo utilizzata fu, ce lo conferma il Vangelo di Giovanni, 1 libbra romana cioè 0,33 litri.
Ora Giuda, il tesoriere, quello che lo tradì, ne quantificò il valore in 300 denari, circa 1.500 €; dunque Giuda tradisce per 30 denari cioè il 10 per cento del valore di una oncia di nardo.
Secondo alcune fonti 300 denari corrispondono a circa 300 giornate di lavoro; Colin Clark, economista, ha calcolato che i guadagni reali medi di un artigiano libero a Roma erano approssimativamente equivalenti a quelli medi di un operaio britannico nel 1850 e a quelli di un operaio italiano nel 1929 (Storia economica del mondo, R. Cameron – L. Neal, pag.68, Il Mulino, 4 ed. 2003)
È vero che si stima che il costo della vita fosse a Roma, 4 volte quello delle provincie del Nord Africa.
Quindi se dividiamo per 4 i 300 denari, la cifra è 75 denari in termini di potere di acquisto, quindi per proporzione pari a 375 €.
Allora in termini nominali Giuda tradì per 375 €, in termini reali per 37,5 €.
In termini nominali: se il nardo utilizzato è pari a un anno di lavoro circa e considerando che per Dio un giorno sono come mille anni (2 Pt,8) dobbiamo moltiplicare 1.500 € per 365.000 e il risultato è 547.500.000 €, cioè circa 7,5 volte il Pil mondiale (anno 2012), e 15 volte il Pil del G7 (anno 2012).
Quindi:
1) Giuda tradì per 37,5 €
2) Dio dà a Suo Figlio un valore decisamente superiore: 547.000.000 €
3) La nostra capacità di produzione, potenza, è, al momento, 7,5 volte inferiore
Dio, Onnipotente, quindi dà all’uomo un valore decisamente superiore.
Allora perché Giuda tradì?
Allora perché siamo depressi? Perché ci facciamo fuori in tutti i modi?