Nella narrazione occidentalista Xi Jinping arriva a Mosca preoccupato della piega che la guerra russo-ucraina sta prendendo, deciso a comprimere l’avventurismo di Vladimir Putin e a convincerlo della necessità di una ritirata strategica, al fine di non compromettere i rapporti economico-commerciali ma anche politici del Dragone con l’Unione Europea, di non protrarre il rallentamento degli scambi internazionali che riduce le possibilità di espansione dell’influenza cinese nel mondo e di non doversi trovare a gestire una crisi sistemica lungo il confine settentrionale della Cina, nel caso che davvero la Russia implodesse e diventasse uno stato fallito in conseguenza di un collasso del potere moscovita: i due paesi condividono ben 4.300 chilometri di confine nell’Asia settentrionale. Ma le cose non stanno affatto così.
Per Pechino la guerra ucraina è un affare
Per Pechino la guerra russa in Ucraina resta fondamentalmente una manna dal cielo. Distrae l’Occidente dal progetto di...
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