PROF CONTRO I MURI DI BERLINO DELLE CIRCOLARI SCOLASTICHE

Ho visto il film “A million dollar baby” e sono stata molto male perché il mio cuore soffriva da morire. Purtroppo va di moda che i film abbiano un finale in cui viene fatta morire una persona come gesto di amore, come necessità, come lealtà con la persona. Il mio cuore come quello di tutti non è fatto per la morte e non potrà mai desiderare la morte, ma è fatto per la vita ed è luogo della domanda di vivere. Voglio ricordare la grande testimonianza dell’urlo del mio cuore e di quello di milioni di altre persone quando siamo andati a salutare don Giussani e il Papa perché è l’affermazione della vittoria della vita sulla morte. Così la morte di Terri Schiavo che non voleva morire e che ha lottato per giorni interi per vivere è una grave sconfitta per tutti. Una società che non difende il desiderio del cuore dell’uomo è destinata all’ira di Dio. Ci attende una lotta per difendere la vita attraverso l’educazione del cuore dell’uomo luogo dell’unità dell’io.
Giuliana Valzasina, Milano
Secondo il nostro Fortunato recensore è un film difficile e istruttivo. Secondo la nostra bella Betta Iuliano, è un film agghiacciante e disperato. Io non l’ho visto, ma credo che abbia ragione lei: un’ira d’Iddio.

Funerali del Santo Padre: tutto il mondo collegato in diretta, meno la Cina, il mio liceo e pochi altri licei genovesi. Con alcuni colleghi e i rappresentanti degli studenti chiediamo al Dirigente scolastico la possibilità di assistere all’evento. L’idea non piace, si accampano motivazioni diverse, alla fine una circolare del Dirigente dice che si osserverà un minuto di silenzio in tutto l’istituto. Improponibile ogni altra richiesta «per evidenti ragioni organizzative, di sicurezza e di rispetto delle superiori disposizioni». Invita a riflettere sul fatto che «lo scrupoloso adempimento del proprio dovere è, forse, il modo migliore per onorare il Pontefice». Ai ragazzi che insistono si risponde che se ne stiano a casa portando regolare giustificazione. Mattina di venerdì: surreale indifferenza dei più, alcune aule clandestine in cui molti ragazzi, portandosi da casa le tv portatili, dopo regolare consenso dell’insegnante in orario, hanno assistito a tre ore di Messa in latino con una serietà straordinaria. è stato il sorgere spontaneo di punti di libertà, dove chiunque è stato al livello della sua domanda di senso. Ricchezza speciale per alcuni, assurda privazione per tanti altri. Intanto noi adulti abbiamo perso un’altra occasione per stare di fronte ai ragazzi, per guardarli per quello che sono, ancora una volta abbiamo insegnato loro che gli interessi veri, quelli che prendono la vita, devono stare fuori, perché noi non sappiamo che farcene o, forse, non vogliamo neanche un po’ farci toccare. Non sono una giovanilista incallita, insegno al liceo da 22 anni, ho tre figli dai 13 ai 20 anni, convivo coi ragazzi per storia, mestiere,vocazione, circostanze: spesso mi dedico a loro, ne conosco i difetti ma non posso non stupirmi sempre davanti al loro pregio maggiore: hanno il cuore scoperto. Un esempio: l’altro giorno spiegavo il Barocco nella mia quarta e, accennando a Pascal, dicevo loro di come lui definisca stolta e infelice quella categoria di uomini che non avendo trovato Dio non lo cerca. Era una osservazione fra mille altre, ma un ragazzo, di quelli sempre un po’ polemici, alza la testa di colpo e mi ferma «davvero prof. dice così? Ma allora ci devo pensare, anch’io sono come quegli uomini lì».
Marina Guariniello, Genova
Questa è una lettera aperta scritta e distribuita da una professoressa ai colleghi. Lettera di cui la firmataria ci ha voluto mettere a parte. La ringraziamo noi, con amicizia. Si capisce che punti di luce così rischiano di abbattere i muri di Berlino.

Sono in disaccordo con Fred Perri, cui sono debitore della splendida notizia circa l’assessorato toscano al perdono, per la dinamica del contatto Rossi-Gibernaud. Non fu Rossi ad andare addosso a Gibernaud, bensì il contrario. Sono due splendidi campioni che non dovrebbero dimenticare che è loro dovere dimostrare davanti a tutti il valore dell’amicizia.
Gianantonio Calderara, Golasecca
Caro amico, lei è troppo esperto in derapate perché io mi cimenti con lei. Dico solo che, a parti invertite, il “nostro” avrebbe fatto il diavolo a quattro. Insomma, Valentino appartiene alla categoria di quelli che sono sempre più uguali degli altri. Lo vedo bene nella “fabbrica” del Romano a dare lezioni. Con simpatia,
Fred Perri

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