Viaggi e carburante. Perché i prezzi aumentano?

Di Gianluca Salmaso
01 Agosto 2023
Come ogni estate salgono i costi di voli aerei e benzina. C'entrano l'aumento dei costi e l'equilibrio domanda-offerta. «Il "sistema ferie" in Italia non è flessibile. La politica può intervenire sulla tassazione». Intervista ad Andrea Giuricin
prezzi benzina
Prezzi della benzina in una foto d'archivio a Torino il 27 luglio 2023 (Ansa)

Care ci costano le vacanze ma non solo: con la raffica di aumenti degli ultimi giorni è tutto il settore dei trasporti a essere messo alle corde. Ai massimi i prezzi dei voli aerei ma alle stelle anche i prezzi al litro dei carburanti nelle stazioni di servizio, lungo le strade e autostrade, che hanno ampiamente recuperato rispetto ai cali degli ultimi mesi. C’è chi dà la colpa all’algoritmo che aumenta i prezzi online in ragione del numero di click, chi alla speculazione e chi rassegnato mette mano al portafogli e accetta di malavoglia di pagare a caro prezzo per un viaggio che in altri periodi dell’anno gli sarebbe costato meno, talvolta molto meno. Tempi ha chiesto a Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all’Università di Milano Bicocca e ricercatore per l’istituto Bruno Leoni, di tracciare un quadro del problema.

Professore, tutti gli anni in questo periodo di inizio delle vacanze sentiamo parlare di aumenti del costo dei trasporti. Cosa sta succedendo?

Se analizziamo ad esempio i prezzi dei biglietti aerei, l’aumento è in parte dovuto al costo del carburante per le compagnie aeree che non è tanto il costo puntuale di questi giorni, inferiore a quello dello scorso anno, quanto piuttosto quello pagato dalle compagnie che fanno hedging e si coprono dalle variazioni del prezzo del carburante. Se andiamo a vedere i prezzi pagati dalle compagnie per il carburante in questo momento, insomma, è superiore rispetto a quello dello scorso anno, di un 30-40 per cento. Questo è il primo punto.

E qual è il secondo?

Il famoso equilibrio domanda-offerta. È chiaro che quando la domanda è più elevata – e in questo momento nel trasporto aereo è ai massimi storici – con un’offerta che rimane relativamente limitata e con livelli ancora inferiori rispetto a quelli del 2019, c’è tensione sui prezzi. Quindi è abbastanza logico che, nei momenti di maggior richiesta questa possa incidere maggiormente sul costo del singolo biglietto aereo.

Questo vale maggiormente per i biglietti aerei ma i rincari si registrano anche alla pompa di benzina sotto casa.

Se andiamo a vedere i prezzi della benzina chiaramente sappiamo anche dell’aumento delle accise, o l’abbassamento della riduzione delle accise, che c’è stato all’inizio anno. Si è verificato, insomma, un incremento della tassazione dopo i cali dello scorso anno per cui siamo tornati su livelli storici elevati da un punto di vista di carico fiscale. E poi, lo continuo a ripetere, è normale che d’estate, quando la domanda è più elevata, aumentino i prezzi.

La domanda aumenta e l’offerta è più lenta a adeguarsi.

Chiaramente non è che si può aumentare l’offerta da un secondo all’altro. Non si può farlo certo andando ad aumentare il numero di voli comprando gli aerei solamente per farli volare d’estate.

La politica potrebbe intervenire in qualche modo?

L’unico ruolo che può avere la politica è quello di fare attenzione all’auto-tassazione. Stiamo parlando di un contesto in cui la tassazione svolge un ruolo importante, ad esempio le accise per quanto riguarda il carburante o la tassa d’imbarco sui biglietti aerei, che è l’addizionale comunale per l’imbarco dei passeggeri che quest’anno potrebbe raggiungere addirittura 9 euro da Venezia. Per ridurre i prezzi dobbiamo andare verso un abbassamento della pressione fiscale che in Italia è molto elevato e chiaramente questo può essere fatto se si contengono anche i costi e se si eliminano degli sprechi. Favorire la concorrenza tra i soggetti, poi, favorisce l’efficienza e aiuta a ridurre i prezzi praticati.

C’è poi anche un modello di organizzazione del lavoro che porta la gran parte delle famiglie a prendersi le ferie ad agosto.

Per come sono organizzate le nostre ferie, scolastiche e lavorative, è ovvio che il nostro non può essere un sistema flessibile. Noi abbiamo delle vacanze estive molto lunghe, so che questo è molto impopolare, però è un fatto che siano più lunghe che negli altri paesi. Forse sarebbe meglio ripensare un po’ il sistema da questo punto di vista per cercare di non concentrare tutto d’estate o in quelle due settimane d’inverno, riducendo i picchi di domanda e quindi favorendo l’abbassamento dei prezzi.

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