
POVERA EUROPA SENZA RADICI
La domanda che ci si pone è drammatica: esiste un’Europa anticristiana? Massimo Caprara nel secondo numero di Atlantide cita le parole dell’allora cardinale Ratzinger e del laico Marcello Pera, raccolte in Senza Radici: «Per la prima volta in assoluto nella storia è cresciuto uno Stato secolare che ha abbandonato e mette da parte la garanzia e la legittimazione divina dell’elemento politico, considerandole come una visione mitologica del mondo e dichiara Dio questione privata, che non fa parte della vita pubblica e della formazione democratica della volontà pubblica. La vita pubblica viene vista come il terreno della ragione, per la quale Dio non appare chiaramente, pienamente: religione e fede in Dio appartengono all’ambito del sentimento, non a quello della ragione. In questa maniera sorge, con la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, un nuovo scisma, la cui gravità noi percepiamo ora sempre più nettamente». A questo interrogativo Pera ribatte affermando che «L’Occidente ha perduto il criterio del giusto e gli è restata solo la categoria dell’errore» e prosegue citando Mario Vargas Llosa «La democrazia è un evento che provoca sbadigli nei Paesi in cui esiste uno Stato di diritto».
Aggiunge Caprara: «è dunque vera una situazione fosca e pessimista? è bene tenerne conto. L’identità dell’Europa ne è monca, amputata, sorda al suo stesso bisogno di ragionevolezza, in ultima analisi intollerante. è un confronto o una battaglia mancata, è mancata anche da parte della Chiesa. Pera, assieme a Benedetto XVI ne sono consapevoli e preoccupati. Quali sono le conseguenze del loro dialogo? La lotta contro il pensiero debole e contro il relativismo “vera e propria religione è il problema più grande della nostra epoca”. (…) Il libro è l’espressione non “del pensare da soli di illuministica concezione” che libera fatti ed oggetti dalla realtà che li circonda, ma percorre lo stesso cammino della lotta al totalitarismo, camicia di forza dell’ideologia. Al potere fa paura chi non è omologato, perché è imprevedibile, e così l’assenza della memoria cristiana non è soltanto dogmatica, ma implicita violenza contro le altre razze, religioni, culture, da quelle islamiche al buddismo. Il dialogo fra un grand commis delle istituzioni ed un uomo di Chiesa d’alta cultura equivale ad un promettente inizio d’una rinnovata presenza sui temi della identità europea simile alle critiche costruttive di monsignor Caffarra contro il “nullismo” che rende “impossibile” l’educazione».
* Presidente Fondazione Sussidiarietà
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