La Commissione Onu per i diritti dei minori colpisce ancora. Dopo avere tentato un’operazione analoga con la Chiesa cattolica, l’organismo delle Nazioni Uniti che vigila sull’attuazione della Convenzione per i diritti dei minori si concentra questa volta sulla Polonia, alla quale indirizza “raccomandazioni” simili nel contenuto a quelle inviate nel febbraio 2014 alla Santa Sede: combattere “omofobia”, censurare gli “stereotipi di genere”, migliorare l’accesso all’aborto. Naturalmente in nome dei diritti dei bambini. Riportando la notizia del rapporto pubblicato pochi giorni fa, qualche giornale ha osservato che il testo della commissione «pare scritto secondo le richieste della sinistra».
«MENO RESTRIZIONI». In Polonia la legge già ammette l’aborto nei casi di malformazione del nascituro, di violenza sessuale e di rischio per la salute materna. Ma per l’Onu non è abbastanza. La Polonia, si legge nel documento, dovrebbe «creare le condizioni per un aborto meno restrittivo», stabilendo come minimo degli «standard chiari per una interpretazione uniforme e non restrittiva delle condizioni e delle procedure per l’aborto legale».
«NO ANONIMATO». Ma la raccomandazione che ha generato lo sconcerto maggiore – anche perché riguarda una polemica tra Varsavia e il Palazzo di Vetro che va avanti da anni – è la richiesta di chiudere le 57 ruote degli esposti sparse sul territorio nazionale. In Polonia si tratta in genere di vere e proprie finestre aperte nei muri esterni dei conventi per consentire alle madri in difficoltà di affidare i propri figli rimanendo nell’anonimato. Una pratica che secondo le Nazioni Unite lederebbe il diritto dei bambini di conoscere i propri genitori.
STEREOTIPI DI GENERE. Non è finita. Nelle raccomandazioni Onu si legge anche che in Polonia «prevalgono ancora gli stereotipi di genere» e che servono leggi contro l'”omofobia” che limitino la libertà di espressione. Secondo l’Onu, poi, nel paese degli «stereotipi di genere» occorrerebbe incrementare l’accesso alla «contraccezione moderna».
77 BIMBI SALVATI. Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Stanislaw Szwed, ha già fatto sapere alla stampa che il nuovo governo, il primo monocolore di centrodestra dalla caduta del Muro, non ha alcuna intenzione di cambiare la legge sull’aborto (la difesa della vita è stato uno dei temi della campagna elettorale di Diritto e giustizia, il partito vincitore). Mentre Marek Michalak, difensore civico dei minori della Polonia, ha ricordato come le “finestre degli esposti”, che l’Onu vorrebbe chiudere perché contrarie ai diritti dei bambini, solo l’anno scorso hanno salvato la vita a 77 neonati.
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